Attenzione ai finti monaci buddhisti che truffano i turisti stranieri in Giappone
Il Giappone ha la reputazione di essere un posto sicurissimo in cui viaggiare. Se smarrisci qualcosa, anche di valore, lo ritrovi al 100% e non esistono borseggiatori. Ma ciò non significa che non possano esistere dei truffatori anche qui. In particolar modo nelle località più gettonate dagli stranieri, come il Santuario Toshogu a Tokyo. Proprio qui infatti si sono verificate recentemente molte segnalazioni di falsi monaci buddhisti che spillano soldi ai turisti.
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Il Toshogu Shrine si trova all’interno del famoso Parco di Ueno. Uno dei luoghi più frequentati durante la primavera, la stagione della fioritura dei ciliegi Sakura giapponesi. Costruito per onorare lo spirito dello Shogun Tokugawa Ieyasu (1543-1611), nel 1646 l’uomo venne ufficialmente proclamato una divinità. Toshogu tradotto letteramente significa “luce dell’est” o “dio del sole dell’est”, riferito al titolo reale conferito a Ieyasu dall’Imperatore, ai tempi totalmente sottomesso allo stra-potere dello shogunato.
Ebbene, dei finti monaci buddhisti sono apparsi proprio in questo santuario già nel 2016–2017. Un cittadino cinese vestito da monaco venne arrestato al tempo e accusato di truffa. Dato che nell’ultimo anno il Giappone ha riaperto al turismo in pompa magna finite le restrizioni pandemiche, sono tornati anche i falsi monaci. E in numero sempre più elevato. Vendono adesivi, rosari e amuleti agli ignari turisti, con la scusa che il denaro pagato fungerà da donazione per il tempio e le sue necessarie riparazioni. In tanti ovviamente ci cascano, data la risaputa onestà dei giapponesi e perché sono monaci indistinguibili da quelli veri.
Quindi, se voi o qualcuno che conoscete pensate di fare un prossimo viaggio in Giappone, occhio. Tutti sappiamo che è un paese sicuro per quanto riguarda la micro-criminalità. Avendo le difese abbassate, siamo quindi facilmente esposti a truffe simili. In pochi sanno che in realtà i monaci buddhisti non vendono mai nulla nei pressi dei templi, al limite fanno l’elemosina in giro con le loro ciotoline nere. Anche perché sono gli unici autorizzati dallo stato a poter mendicare per strada. Inoltre, i souvenir si acquistano solo negli appositi negozietti che danno sulle piazze interne dei templi.
Monaci, sacerdotesse Miko, o qualsiasi altro personale addetto nei templi e santuari in Giappone, non si avvicineranno mai a noi visitatori per vendere prodotti. Quindi, se qualcuno in veste di monaco lo fa, rifiutiamo qualsiasi oggetto ci proponga di comprare. E non solo al Santuario Toshogu di Ueno. Sono stati segnalati dei falsi monaci anche in alcuni siti turistici di Kyoto e in zone più periferiche di Tokyo.
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