10 cose che rendono il Giappone un paese sicuro

10 cose che rendono il Giappone un paese sicuro

Prima o poi tutti sentono parlare di quanto il Giappone sia sicuro e con un tasso bassissimo di criminalità, se paragonato ad altri grandi paesi come l’America o ad alcuni paesi Europei. In questo post vorrei andare nel dettaglio ed analizzare 10 cose che secondo me rendono il Giappone un paese sicuro.

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In molti penseranno che un paese con un alto grado di sicurezza pubblica sia possibile solo in presenza di una società rigida, militarizzata e che non permette libertà di espressione. Un posto non proprio idilliaco per vivere… Ebbene il Giappone non ha niente di tutto ciò. Se penso ad una singola cosa che ai giapponesi riesce meglio che a chiunque altro nel mondo, la prima che mi viene in mente è proprio la sicurezza. Rapportata poi ad un paese pieno di gigantesche e sovrappopolate metropoli.

Trattasi della sicurezza del singolo cittadino: di chi va a comprare qualcosa a piedi alle 3 di notte in un conbini (mini market aperti 24h), di chi si addormenta in metropolitana con la borsa aperta a fianco, di chi smarrisce un qualsiasi oggetto, anche e soprattutto di valore, che al 100% ritroverà nel più vicino posto di polizia.

Questo perchè il Giappone ha capito una cosa fondamentale che altri paesi ancora faticano a comprendere: la criminalità, come una vera e propria malattia, va prevenuta e non curata! Uno dei principali meriti di questo traguardo va attribuito alla mentalità dei giapponesi: un popolo con un grosso senso di appartenenza al gruppo. Per questo chi commette un crimine, per il quale ci sono sempre delle pene molto severe (non dimentichiamo che in Giappone c’è la pena di morte), si vergogna tantissimo e si sente in colpa nei confronti della collettività.Al contrario in occidente, dove abbiamo una società individualista, pensiamo solo al benessere del singolo individuo. E forse anche per questo la microcriminalità è così diffusa. Da noi chi delinque se ne frega della collettività, gli basta solo avere più soldi nelle tasche.


10 cose che rendono il Giappone un paese sicuro

1. Il personale è sempre numeroso

In Giappone, non troverete mai una persona che lavora da sola in un qualsiasi negozio, stazione di servizio, locale, o dovunque potrebbe trovarsi in difficoltà. Anche se capita spesso di vedere una sola persona dietro ad un bancone, ad esempio di un conbini (mini market aperti 24h), è garantito che ci sarà sicuramente uno o più membri dello staff in una zona adiacente.

Da un lato questa prassi è costosa, dato che si devono assumere molti dipendenti per fare un lavoro che potrebbe essere svolto da meno persone. Per questo in Giappone ogni luogo pullula di lavoratori che si dividono ogni minimo compito. Ma loro pensano sia fondamentale rendere sicuro chi lavora e ovviamente anche il cliente di qualsivoglia luogo pubblico.


10 cose che rendono il Giappone un paese sicuro

2. I Koban sono ovunque

I Koban sono piccolissime stazioni di polizia, spesso non più grandi di una camera con una scrivania e un paio di sedie. Dentro ci sono solitamente due o tre poliziotti e strategicamente sono posizionati in grande numero su tutti i quartieri di ogni singola città giapponesi. Questo per poter sempre trovare un rifugio sicuro sia in caso di pericolo imminente, sia per segnalare qualcosa di sospetto. O semplicemente per chiedere indicazioni se ci si perde.

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Inoltre i peggiori criminali sono mostrati in bella vista nelle foto segnaletiche affisse fuori queste stazioncine. Questo perchè così chiunque, avendo ben presente la loro faccia, possa riconoscerli in giro! La massiccia presenza dei Koban in Giappone fa sentire protetti i cittadini e li incoraggia a consegnare facilmente lì qualsiasi oggetto smarrito ritrovato.


10 cose che rendono il Giappone un paese sicuro

3. La security abbonda

Nei centri commerciali, nelle banche o durante degli eventi con molta gente, vengono impiegati spessissimo dei pensionati o della gente comune part-time con mansioni di security aggiuntiva a quella vera. Semplicemente per avere un occhio in più in caso di problemi.

Queste persone, oltre che assistere i clienti e aiutarli in caso di bisogno, controllano soprattutto che non ci siano attività sospette e sono un ulteriore ostacolo fisico per chi volesse rubare qualcosa e poi darsela a gambe.


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4. Tolleranza zero alla droga

A Paris Hilton, ai Rolling Stones e a Paul McCartney, per citarne alcuni, è stato negato l’accesso in Giappone a causa del loro curriculum con precedenti penali per droga.

Personaggi pubblici o Idol, considerati dei modelli di comportamento in Giappone, che vengono beccati per droga devono scusarsi pubblicamente sulla televisione nazionale. Il paese non perdona a nessuno quella sorta di incapacità decisionale che le droghe danno. Anche le droghe leggere come la marijuana, ormai depenalizzate in molti paesi occidentali da anni, sono ancora considerate tabù in Giappone.


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5. Tolleranza zero per chi beve e guida

Il Giappone non vieta minimamente l’uso (e anche l’abuso) di alcool e questo sembrerebbe un paradosso dato che invece condanna tantissimo le droghe, anche leggere, che a volte sono meno devastanti.

Il motivo è che si può liberamente bere ed ubriacarsi a patto però che poi non si guidi una macchina o qualsiasi altro mezzo. Fino a 15 anni di carcere per guida in stato di ebrezza!

Dopo il lavoro in Giappone è prassi comune andare a bere e rilassarsi con i colleghi ma se si è in auto e si fa tardi (quindi non si possono più prendere i mezzi pubblici), si chiama un Daikou, cioè un servizio di taxi specializzato che porta un driver aggiuntivo per guidare la vostra auto fino a casa. Perfect!

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