Inemuri: perché dormire al lavoro o in metropolitana è la normalità in Giappone
Riuscite ad immaginare un mondo in cui si può sonnecchiare senza che nessuno ci additi o disturbi o derubi? Sia che siamo in treno, in stazione, su una panchina o sui gradini di un centro commerciale. Oppure a scuola sopra il banco, o al lavoro poggiati alla scrivania? E senza che nessuno pensi che siamo degli scansafatiche anzi, ti prendi pure i complimenti del capo. Questo mondo è il Giappone.
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Per il resto del pianeta terra è inconcepibile, quasi inverosimile dormire tranquillamente in pubblico. Ma per chi è nato in Giappone questa è la normalità ed ha anche un nome ben preciso: Inemuri. Letteralmente la parola significa ‘essere presenti mentre si dorme’, nel senso di uno stato di sonno leggero, quasi vigile. In Giappone non è considerata una cosa sconveniente ed imbarazzante come in occidente. Da noi se vedi qualcuno dormire al lavoro o a scuola, viene subito bollato come un pigrone. Figurarsi se succede per strada, sei automaticamente un senza tetto ubriaco. In Giappone fare delle pause pisolino non solo è tollerato ma addirittura è visto in modo positivo: significa che ci siamo impegnati talmente tanto in qualcosa da aver bisogno di ricaricare le batterie.
Lo spettacolo delle persone che dormono sui mezzi pubblici (tutte!), è una delle cose più caratteristiche che può capitare di vedere durante un viaggio in Giappone. All’inizio fanno un effetto strano all’occhio di un non autoctono, abituato a non abbassare la guardia in situazioni potenzialmente pericolose come dentro una metropolitana. Nelle nostre città potremmo essere facilmente derubati o infastiditi. Invece in Giappone questo non succede. Mai. Le persone dormono con il cellulare in mano o con la borsa spalancata di fianco e nessuno ruba nulla. La cosa più incredibile però accade nel momento di scendere. Il pendolare giapponese è talmente sincronizzato con le tempistiche perfette dei treni che magicamente riesce a svegliarsi sempre alla sua fermata.
La storia dell’Inemuri
Il concetto di Inemuri è uscito fuori durante il boom economico del dopoguerra giapponese. Gli anni ’60, ’70 e ’80 hanno visto il paese diventare una delle più grandi potenze economiche mondiali. La popolazione si è ritrovata all’improvviso ad avere tanti posti di lavoro ed un reddito medio molto alto per il periodo. Erano tutti impegnati o a lavorare o a spendere gli ottimi stipendi che guadagnavano. Non avevano letteralmente più il tempo di dormire.
Ancora oggi i giapponesi sono orgogliosi di essere visti dal mondo esterno come una nazione laboriosa che non dorme mai. Ma questa cronica assenza di sonno notturno, piano piano è diventata un’abitudine recuperarla in ogni momento della giornata. Considerando anche che il giapponese medio non sta mai a casa dal lavoro, nemmeno se sta male (mascherina e via) e quindi non recupera mai il sonno perso. Così è nata la pratica dell’Inemuri per sfruttare tutti momenti possibili per riposarsi.
Cultura Inemuri
Le persone in Giappone vogliono sempre apparire molto impegnate, dei gran lavoratori. Può sembrare una contraddizione ma il modo in cui mostrano questa dedizione al lavoro è anche fare Inemuri. Chi ogni tanto non crolla addormentato vuol dire che non ha lavorato abbastanza o non si e impegnato. Per questo il pisolino ristoratore viene addirittura incoraggiato dai datori di lavoro. L’opinione generale sembra essere che, fintanto che non si esagera e si dorme troppo pesantemente e per troppo tempo, recando un danno ai colleghi e all’azienda, dormire in ufficio è perfettamente ok.
Legato al concetto di Inemuri è anche quello di Karoshi, che può essere tradotto letteralmente come “morte da superlavoro“. Un termine giapponese che descrive un tale stress mentale o fisico al lavoro, provocato anche dalla mancanza di riposo e vacanze, che genera infarti e ictus nel dipendente. Oppure direttamente il suicidio per situazioni di depressione irreversibile. Delle statistiche dell’OCSE del 2019 rivelano che il Giappone ha il sonno medio più breve al mondo, con meno di 7 ore a notte.
Le regole dell’Inemuri per dormire in pubblico
- Quando si vuole dormire sul treno meglio usare la borsa/zaino come cuscino. In Giappone non ci sarebbe nemmeno bisogno perché nessuno ruba mai niente ma nel resto del mondo sì. E comunque è più comodo che ciondolare la testa in avanti come fanno loro.
- E’ buona educazione non appoggiare la testa sulla spalla del nostro vicino di sedile, a meno che non sia un amico o un parente ovviamente. Ma questa regola non la rispettano nemmeno i nipponici. Capita spesso di vedere scene in cui le teste calano sulle spalle di chi è seduto di fianco.
- Al lavoro meglio non appoggiare la testa direttamente sulla scrivania, meglio portarsi un piccolo cuscino. Evitare anche di sdraiarsi a terra sotto di essa, si tratta pur sempre di un sonno leggero e vigile. Non dobbiamo stramazzare come se fossimo a casa.
- Dormire senza muoversi troppo e dare fastidio agli altri. E assolutamente senza russare!
- Se si vuole impostare una sveglia sul telefono, questa deve essere assolutamente silenziosa o con vibrazione. O usare degli auricolari o mettere il telefono in sleep mode.
Va detto però che il Giappone non è l’unico paese al mondo abituato a fare dei pisolini durante la giornata. Esiste la siesta spagnola, solitamente dopo pranzo. E anche noi ce la caviamo bene con la nostra pennichella italiana, sempre dopo pranzo. In passato, quando avevamo una società prettamente contadina era più diffusa. Ci si alzava all’alba per andare nei campi e dopo aver pranzato prendeva la botta di sonno e si crollava. Con gli orari lavorativi moderni questa pratica è ormai quasi sparita, anche se persiste di più al centro/sud Italia. Soprattutto sono gli anziani che fanno sopravvivere la pennichella.
Il concetto di Inemuri al lavoro poi, negli ultimi decenni si sta diffondendo anche in grosse società non giapponesi. Numerosi colossi come Google, Apple e Nike hanno cominciato ormai da tempo a mettere a disposizione delle stanze del pisolino per i loro dipendenti. Ovviamente si può dormire durante l’orario lavorativo, non dopo o prima, altrimenti sarebbero inutili. A quel punto meglio farlo direttamente a casa ed arrivare in ritardo no?
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