Il Giappone presto avrà bisogno di tassisti, autisti di autobus e camionisti stranieri
Vista la mancanza di manodopera a causa della ormai nota decrescita della popolazione in atto da anni, il Giappone cerca di correre ai ripari come può. Falliti vari tentativi di ricche sovvenzioni ad un popolo che comunque non ci pensa assolutamente ad avere figli, c’è un’altra soluzione. Ovvero quella di aprire alcuni settori lavorativi da sempre ricoperti da autoctoni, all’immigrazione economica straniera. Uno di questi è proprio quello dei trasporti.
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Già qualche anno fa il governo giapponese ha creato una nuova categoria per i lavoratori stranieri in Giappone. Un programma chiamato ‘Specified-Skilled Worker’ che facilita l’arrivo agli stranieri che cercano impiego. Ovviamente in settori che in futuro avranno carenza di manodopera a causa della mancanza di giovani lavoratori nipponici: quello infermieristico, l’agricoltura, l’edilizia e la fabbrica. Che in poco tempo sono già diventati i settori in cui lavorano più stranieri in Giappone, principalmente provenienti da Filippine, Cambogia e Myanmar.
Ora il Ministero del Territorio, delle Infrastrutture, dei Trasporti e del Turismo sta valutando la possibilità di aggiungere una nuova categoria all’elenco dei lavoratori più richiesti in Giappone. Questo permetterebbe agli stranieri di avere più facilmente il visto lavorativo per entrare in Giappone come conducenti di taxi, autobus o camion.
Ebbene si, potresti essere proprio tu che stai leggendo il primo straniero a premere il pulsante che apre la portiera posteriore automatica di un tipico taxi giapponese! In questo momento molteplici fattori stanno creando l’urgente bisogno di driver professionisti in Giappone. Fare il tassista non è un lavoro che attrae molti giovani giapponesi, basti pensare che attualmente la loro età media è di 58 anni.
Con la ripresa dei viaggi, compresi quelli internazionali, il bisogno di taxi e autobus è ovviamente aumentato molto. Contemporaneamente, il prossimo anno entreranno in vigore nuovi e più severi limiti agli straordinari per gli autisti professionisti. Questo significa che anche se quelli attuali fossero disposti a lavorare per più ore, non potrebbero più farlo legalmente. Ciò ha portato la Federazione giapponese dei tassisti, l’Associazione dei conducenti di bus e quella dei camionisti, a richiedere che venga concessa l’idoneità ai lavoratori specializzati stranieri del loro settore.
Guidare per professione in Giappone, comporta il passaggio di alcuni step per gli stranieri. Per cominciare dovranno conseguire la patente di guida giapponese, gli esami possono essere sostenuti anche in inglese e alcune altre lingue. I conducenti di taxi e autobus invece, avendo passeggeri a bordo, dovranno anche ottenere una patente di guida aggiuntiva di classe 2, la cui prova scritta è solo in giapponese.
C’è ovviamente il problema della barriera linguistica per chi non parla già giapponese, ma al giorno d’oggi tutti possiamo cavarcela grazie a traduttori vocali e Google Translate. Lo stesso possono fare i tassisti di fronte a una domanda in giapponese o altra lingua che non conoscono.
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