Il Giappone è destinato a perdere fino al 30% della sua popolazione

Il Giappone è destinato a perdere fino al 30% della sua popolazione

Un recente studio pubblicato da un organismo ufficiale giapponese, ha calcolato che la popolazione del Giappone diminuirà del 30% nei prossimi 47 anni. Nell’anno 2070 infatti, il 40% degli abitanti del Paese avrà più di 65 anni. Il rapporto arriva dall’Istituto Popolazione nazionale e previdenza sociale, un’agenzia collegata al Ministero della Salute nipponico. E’ fatto su una proiezione demografica basata sull’attuale tendenza di bassa natalità e invecchiamento demografico del Giappone.

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Lo studio prevede che se le nascite continueranno a diminuire come ora, nel 2070 la popolazione del Paese sarà di circa 87 milioni di persone, cioè il 70% in meno degli attuali 126 milioni. In questo numero è compreso anche un 10% di abitanti stranieri e persino un 39% di persone sopra i 65 anni. Si tratta di incrementi significativi rispetto alle percentuali registrate nel 2022, rispettivamente del 2,2% e del 29%.

In queste stime si è tenuto conto anche del calo del tasso di fertilità del Giappone. L’Istituto Nazionale della Popolazione prevede che il numero di neonati nel Paese scenderà sotto i 700mila entro il 2043. Nel 2022 tale numero, complice anche la pandemia, è sceso addirittura sotto gli 800mila, segnando un preoccupante nuovo minimo storico.

Il Giappone è destinato a perdere fino al 30% della sua popolazione

Il rapporto stima inoltre che la popolazione giapponese totale scenderà al di sotto dei 100 milioni entro il 2056. Entro il 2070 poi si prevede che l’aspettativa di vita degli uomini crescerà a 85-89 anni, mentre quella delle donne addirittura a 91-94 anni. Rispetto agli attuali 81-58 e 87-72 anni. Quindi sempre meno popolazione e sempre più vecchia, un problema per un paese operoso come il Giappone che si troverà mano a mano senza forza lavoro giovane.

Il Ministero giapponese della Salute, del Lavoro e del Welfare già da tempo sta studiando delle soluzioni per questo suo prossimo grosso problema, ma ancora senza successo. L’Esecutivo ha varato recentemente un nuovo ente governativo incaricato di coordinare le politiche di sostegno alla nascita e all’educazione dei figli. L’obiettivo sarà quello di “guidare la creazione di una società favorevole ai bambini e alla loro cura” ha detto il primo ministro giapponese Fumio Kishida. Parallelamente a questo, Kishida ha promesso anche di raddoppiare il budget destinato a sostenere la natalità e la crescita dei figli.

Noi in Italia non siamo messi tanto meglio. Entro il 2100 anche la nostra popolazione si ridurrà drasticamente. Partendo dagli attuali 59,3 milioni di abitanti, si prevede un calo demografico di oltre 9 milioni, quindi più del 15%. Si arriverà ad essere così 50 milioni alla fine del secolo. Questo quello che risulta dalle proiezioni dell’Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Unione europea, che inserisce l’Italia nella posizione peggiore rispetto agli altri Stati dell’Ue.

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