Il Giappone finalmente vuole abolire la legge che vieta alle donne di risposarsi subito dopo il divorzio
E’ la prima volta da quando il Giappone ha creato un sistema legale moderno che si osa un cambiamento in questo ambito. Per capire meglio questa legge giapponese che discrimina le donne, facciamo un esempio pratico, immaginando una coppia sposata. Ad un certo punto ci sono problemi o l’amore finisce e decidono di divorziare. Subito dopo incontrano la loro anima gemella e sono pronti a risposarsi. L’uomo potrà farlo già il giorno dopo il divorzio. La donna invece non può farlo, altrimenti va contro la legge.
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La legislazione giapponese attuale infatti vieta alle donne di risposarsi entro 100 giorni dal divorzio. L’uomo invece può fare come gli pare, senza bisogno nemmeno di 24 ore di celibato tra i due matrimoni. E questo è pure un passo avanti, pensate che prima del 2016 addirittura le donne dovevano aspettare sei mesi prima di potersi risposare. Ma ora questo ingiusto e anacronistico sbilanciamento finalmente finirà.
Venerdì scorso, l’ufficio di gabinetto del Primo Ministro giapponese ha annunciato che introdurrà un disegno di legge per abolire il periodo di restrizione per un nuovo matrimonio per le donne. Ma perché questa cosa così poco equa è esistita fino ad oggi? Lo scopo era sostanzialmente eliminare possibili richieste di paternità. Se una donna si risposava rapidamente e poi aveva un figlio, si creava confusione su chi fosse il padre biologico. Ma questa cosa è antiquata e assolutamente illogica.
Il disegno di legge riguarda anche l’aspetto della “presunta legittimità” sui figli. Attualmente se una donna divorzia e si risposa ma ha un figlio entro 300 giorni dal divorzio, il suo ex marito è legalmente riconosciuto come il padre del bambino. Come capita con la restrizione ad un nuovo matrimonio per le donne, la ragione è sempre di prevenire le controversie sull’affidamento di un possibile figlio. Ma allo stesso modo questo ragionamento si basa su un’idea antiquata dell’attività sessuale della donna, che non tiene conto del fatto che volendo divorziare probabilmente non farà più sesso col marito ma con chi le pare.
Un effetto collaterale di questa legge ha portato in passato molte donne giapponesi a non registrare mai la nascita di un figlio post-divorzio. Per impedire che l’ex marito venisse designato come padre legale. Non far parte di un registro di famiglia in Giappone però può causare ogni sorta di problemi con la legge quando un bambino diventa adulto. Se ha bisogno di verificare la propria identità per motivi di lavoro, fiscali e assicurativi avrà problemi legali che nemmeno si immagina. Il gabinetto pensa che sia ora di fare qualcosa di definitivo al riguardo.
Secondo la nuova legge, che si spera venga approvato all’inizio di questo mese, l’ex marito sarebbe considerato il padre legale di un bambino nato entro 300 giorni dal divorzio solo se la madre non si è risposata. Se lo ha fatto sarà automaticamente il suo nuovo marito il padre del figlio per legge. Questa revisione sarebbe la prima vera modifica di una legge di legittimità da quando il Giappone ha creato un codice di diritto civile nel 1898. Risale a dopo la fine del governo feudale dello shogunato! I giapponesi sono solo un tantino fermi e antiquati sulla leggi…
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Fonte: @soranews24