Ristorante di ramen a Kyoto vieta da ora l'ingresso agli Youtuber

Ristorante di ramen a Kyoto vieta da ora l’ingresso agli Youtuber

Il Giappone ha un rapporto di amore e odio con gli Youtuber/streamer. Sempre più bambini e ragazzi sognano di fare questo mestiere in futuro. Gli adulti invece che vivono, lavorano e mangiano nelle grandi città giapponesi li detestano letteralmente.

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In un paese dove le persone amano poter viaggiare e dormire su treni silenziosi e rilassanti, era abbastanza normale che un chiassoso Youtuber che parla ad alta voce ad una telecamera in luoghi pubblici potesse risultare particolarmente fastidioso per il prossimo.

In Giappone c’è una regola non scritta che però tutti seguono abbastanza alla lettera: mai dare fastidio alle altre persone, in qualsiasi contesto sociale ci troviamo. E questo vale ovviamente anche in chioschi e ristoranti, dove si mangia a stretto contatto con degli sconosciuti. Considerando anche che spesso i locali giapponesi, come i treni, sono molto affollati perché piccoli.

Ristorante di ramen a Kyoto vieta da ora l'ingresso agli Youtuber

Così Ginjo Ramen Kubota, famoso ristorante di ramen di Kyoto, ha deciso che da ora in poi gli Youtuber che vogliono girare dei video dentro il loro locale non saranno più graditi. Questo nell’interesse dei clienti che si sono più volte lamentati di non poter mangiare in pace in un ambiente tranquillo come in passato, durante la pausa pranzo.

Ecco il post dall’account Twitter del ristorante in questione (traduzione sotto).

“Riguardo agli Youtuber che spesso si presentano qui dicendo: ‘Sono uno Youtuber. Farò dei video’ da adesso in poi vieteremo loro l’ingresso nel nostro locale.
Per dirla senza mezzi termini, per un cliente è fastidioso entrare durante una pausa dal lavoro per godersi una ciotola di ramen e avere di fianco una persona rumorosa che registra un video. Rischiando anche di essere ripreso contro la sua volontà. D’ora in poi non li faremo più entrare”. 

Non sono spiegati dettagli di episodi spiacevoli specifici. Ma in base alla notorietà del posto, sicuramente i proprietari negli ultimi anni sono arrivati al limite della sopportazione. Inoltre qui si parla di Youtube perché è la piattaforma video più nota e longeva di tutte. Ma il divieto in realtà è esteso anche a chi fa video per Twitch, TikTok o Instagram.

Ecco alcuni commenti sotto il post del locale lasciati da clienti che hanno provocato il ban fisico degli Youtuber e streamer da Ginjo Ramen Kubota (sotto trovate sempre la traduzione):

“Uno Youtuber è venuto mentre stavo mangiando. Non stava zitto un secondo ed ero anche ansioso di essere ripreso per sbaglio. Prima era un posto dove potevo godermi il mio cibo in pace.”

 

“Dovrebbero sapere che per fare delle riprese in pubblico ci vuole un permesso in anticipo. Troppi di loro pensano erroneamente che la visibilità che danno sul loro canale renda tutto ok”.

Ancora altri messaggi di clienti del locale:

“I clienti li odiano, quindi chiudili fuori!”
“Sento che questo potrebbe invogliare qualche streamer a fare video dal titolo tipo: ‘I Went to the Anti-YouTuber Ramen Shop'”
“Perché non mettere una tariffa da pagare per riprendere nel locale senza permesso?”
“Non voglio essere ripreso nel video di nessuno. Apprezzo quello che stai facendo qui!”
“Sembra che molti Youtuber non capiscano che i programmi TV in cui qualcuno irrompe in un ristorante sono in realtà pianificati in anticipo.”

Ristorante di ramen a Kyoto vieta da ora l'ingresso agli Youtuber

Come qualcuno ha già sottolineato, questo divieto potrebbe provocare anche il risultato opposto. Un’orda ancora più grande di Youtuber e streamer che entra nel locale per sfida, o meglio in gergo per fare una “challenge” nel ristorante proibito.

Forse dovrebbero veramente pensare di aggiungere una nuova voce al menu. Una maggiorazione nel prezzo di un pasto che comprende il permesso di riprendere: un vero e proprio “Youtuber Ramen“.

Fonte @soranews24

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