In un minimarket in Giappone un cartello scortese rivolto agli stranieri scatena polemiche
I minimarket ‘combini‘ giapponesi sono noti per essere delle comodissime oasi felici dove puoi trovare di tutto h24. Dalle bibite, al dentifricio, a qualche pasto caldo come ad esempio i famosi nikuman, dei panini bianchi al vapore ripieni solitamente di carne di maiale. Se non li avete mai assaggiati, ricordatevi di provarli se andrete in Giappone, non ve ne pentirete. Sono di origine cinese ed esistono anche dei negozi specifici che vendono solo nikuman ma anche quelli dei combini di solito non sono male.
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Con una reputazione così sfavillante sia per i giapponesi che per i turisti che solitamente li adorano, è stato uno shock trovare un combini non così gentile verso questi ultimi. In generale è difficile trovare in Giappone una qualsiasi attività commerciale scortese con i clienti. Solitamente sono sempre tutti molto ossequiosi e riverenti, ma ogni tanto ci sta l’eccezione.
これはどういう意味だろう🤔 pic.twitter.com/ibepRbUwYr
— ちゃんへん. (@CHANGHAENG) December 1, 2022
Il cartello, nonostante sia scritto interamente in giapponese, è rivolto agli stranieri e recita:
“Ai clienti stranieri,
‘Kore’ è vietato. Chiedete ‘nikuman kudasai'”.
“Kore” in giapponese significa “questo” e “nikuman kudasai” significa “Un panino al vapore per favore“. Leggendo tra le righe di questo cartello, sembrerebbe che il personale del combini si sia stufato degli stranieri che per chiedere un nikuman indicano col dito la vetrinetta dicendo kore. Appare anche un disegnino di un dito che indica, ammesso che stia indicando e non che sia un dito medio! Il tono del messaggio poi è imperativo, dato che non c’è il sempre presente kudasai. Ben lontano dal livello di cortesia abituale che si respira in qualsiasi esercizio commerciale in Giappone. I numerosi commenti sotto questo post hanno poi sottolineato varie cose che non vanno nel cartello incriminato:
“Non credo che la parola ‘straniero’ dovrebbe essere usata qui.”
“Se è un messaggio per gli stranieri, non dovrebbe essere scritto in inglese?”
“Questo significa che invece i giapponesi possono dire ‘kore’?”
“Perché non assegnano dei numeri ai panini? Sarebbe più semplice.”
“È difficile per il personale vedere cosa si sta indicando dall’altra parte del bancone?”
Potrebbe essere vero che indicare una piccola vetrina può rendere difficile per il personale capire quale articolo si sta chiedendo. Ma anche dicendo solo nikuman kudasai non si risolve il problema. Spesso infatti in quelle vetrinette c’è un sacco di roba diversa, compresi dei nikuman di vari gusti. Puntare il dito contro gli stranieri gaijin (termine dispregiativo che viene usato dai giapponesi) e proibire loro di dire “kore” ed indicare al momento dell’ordine, è una scortesia al limite della discriminazione.
Soprattutto considerando che anche i giapponesi ammettono di utilizzare la stessa formula “indicare per chiedere”. Comunque un cartello scritto interamente in giapponese non è il metodo migliore per comunicare con degli stranieri. Il consiglio di numerare i panini in vetrina effettivamente sembra il più sensato di tutti, perlomeno per evitare che si ripetano episodi del genere.
Per quanto riguarda il cartello, lo hanno prontamente rimosso subito dopo essere diventato virale su twitter. Più di una persona lo aveva fotografato e fatto presente al quartier generale di Lawson per reclamare. L’azienda ha comunicato poi che il personale si è giustificato spiegando che il cartello era stato affisso in buona fede, dato che molti clienti si erano lamentati di aver ricevuto il panino sbagliato. Comunque poi si sono tutti scusati pubblicamente per la scritta infelice. Come ogni buon giapponese fa ogni volta che commette un errore.
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Fonte: @soranews24