C’è troppa gente sul Monte Fuji: le autorità limiteranno il turismo
Il Fuji-san, come viene chiamata la leggendaria montagna sacra dai nipponici, è un popolare sito turistico patrimonio mondiale dell’UNESCO. Con i suoi 3.776 metri è la vetta più alta del Giappone che, secondo una credenza popolare, si formò in seguito a un potente terremoto nel 286 A.C. Tecnicamente è uno strato-vulcano conico attivo, nonostante non erutti dal 1707. Nella sua cima dalla forma perfetta, quasi divina, si trova infatti un enorme cratere perfettamente visibile da un aereo.
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Essendo così iconico ed amato da tutti, sia dai turisti locali che non, negli ultimi tempi ha visto un aumento esponenziale di visitatori. Soprattutto quest’anno, il primo di apertura mondiale del Paese post-pandemia. Ulteriore fattore di estremo affollamento è che la salita in vetta per ragioni sicurezza, è consentita solo da luglio a settembre. E questo concentra tutta l’affluenza di persone in estate, con non pochi problemi.
Per questo motivo, anche se il mese di settembre ancora non è terminato, le autorità hanno deciso di chiudere anticipatamente la possibilità di scalare il Fuji-san. I suoi sentieri quindi sono già chiusi ai visitatori e la motivazione è proprio quella dell’enorme afflusso di turisti che, in soli due mesi, ha causato un notevole degrado ambientale. Nello specifico rifiuti sparsi qua e la, strutture ricettive e rifugi pieni e relativo traffico esagerato di veicoli inquinanti come bus, taxi, auto private, moto e camper.
Particolarmente affollata è la quinta stazione a valle, chiamata comunemente ‘Gogome’ e situata a metà Monte Fuji. E’ questo il punto dove si parcheggiano i vari veicoli ed inizia la scalata vera e propria. Il 90% dei visitatori arriva infatti proprio qui, per poi dividersi nei vari sentieri. Il fatto è che la maggior parte sceglie il sentiero Yoshida (aperto dal 1 luglio), perché quello consigliato per i principianti. Inizia a un’altitudine di 2.300 metri e da qui la salita in vetta dura dalle cinque alle sette ore. Essendo il percorso più facile da affrontare, ha molti rifugi disseminati tra la settima e l’ottava stazione, più due strutture di pronto soccorso.
Il governatore della prefettura di Yamanashi, Kotaro Nagasaki, è stato eletto nel 2019 proprio con il mandato di affrontare il sovraffollamento del Fuji-san. Poi c’è stata la pandemia che per tre anni ha congelato il problema. Ma ora, dopo il ritorno in massa dei turisti di quest’anno, il governatore si è visto costretto a proporre misure radicali.
La crisi del sovraffollamento sul Monte Fuji ha suscitato gravi preoccupazioni tra ambientalisti e autorità nipponiche. Yasuyoshi Okada, presidente dell’ICOMOS Giappone (Consiglio internazionale per i monumenti e i siti), ha sottolineato la necessità imperativa di affrontare l”overtourism‘. Per salvaguardare il Monte Fuji e preservare il suo status di patrimonio mondiale dell’UNESCO. Masatake Izumi, un funzionario della prefettura di Yamanashi, ha sottolineato che i rifiuti e le crescenti emissioni di CO2 nella zona, sono tra i problemi più urgenti da affrontare.
“Il Monte Fuji sta affrontando una vera crisi ambientale“, ha comunicato Izumi ai giornalisti poco prima della decisione della chiusura anticipata dei sentieri fino in vetta. “La situazione è andata oltre ogni controllo e temiamo che il fascino del nostro monte sacro possa presto essere rovinato, al punto che nessuno vorrà più visitarlo.”
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