‘Haku è il fratello morto di Chihiro?’
Il film capolavoro dello Studio Ghibli del 2001 La Città Incantata, vincitore anche di un Oscar, è ormai un classico dell’animazione mondiale. E’ uno di quei film che non ti stanchi mai di guardare e riguardare, così ricco di particolari che ogni volta ti sanno stupire come la prima. Ma a distanza di 20 anni dalla sua uscita, forse qualcuno ha scoperto il suo più grande segreto. Qualcosa che è sempre stato sotto gli occhi di tutti, senza che ce ne accorgessimo. ‘Haku è il fratello morto di Chihiro?’ L’ultima teoria sul celebre film La Città Incantata sconvolge i fan.
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Riguarda il vero rapporto che potrebbe nascondersi tra i due protagonisti della pellicola Chihiro e Haku. Secondo l’esperto di anime, produttore e autore Toshio Okada, co-fondatore ed ex presidente della celebre società di produzione anime Gainax, tra i due bambini ci sarebbe un legame familiare. Dato che nel film viene specificato che si conoscevano già prima di incontrarsi, Okada crede fermamente che siano in realtà fratello e sorella.
Haku non solo potrebbe essere il fratello di Chihiro e ci sono molte cose che lo fanno intuire, ma addirittura il fratello maggiore morto annegato per salvarla quando da piccola cadde nel fiume. Tutto torna perfettamente secondo questa incredibile teoria. Ma andiamo con ordine. Okada quando ha sganciato questa bomba frutto della sua intuizione, ha ufficialmente sconvolto tutti i fan di Miyazaki e Studio Ghibli. Perché non l’ha solo buttata lì, anzi. Ha snocciolato tutta una serie di prove e ragionamenti a sostegno delle sue affermazioni, convincendo molti a credere che lui abbia scoperto la vera trama nascosta dietro il capolavoro animato La Città Incantata.
In uno dei momenti chiave ad esempio c’è Chihiro che condivide un ricordo d’infanzia con Haku. E da lì capiscono entrambi, compresi noi, che Haku in realtà è lo spirito del fiume in cui la bambina cadde da piccola. E che in quella occasione la salvò dall’annegamento.
Ma Hayao Miyazaki non è solo un regista di film animati, è un artista che usa le immagini per raccontare delle storie. E se nella sequenza del fiume guardiamo solo quelle invece di ascoltare i dialoghi tradotti in altre lingue spesso fuorvianti, la storia che si vede non è quella che sembra.
Chihiro racconta ad Haku di essere caduta nel fiume per riprendere una scarpa ma le immagini ad un certo punto mostrano una mano che sbuca dalla manica bianca di una maglietta. Quella manica non è di Chihiro perché nell’immagine seguente si vedono chiaramente le sue spalle nude.
Ok, allora è la manica di Haku che la sta salvando, direte voi. Ma se Haku era lo spirito del fiume, non poteva avere un braccio umano con una maglietta. Inoltre, le note di accompagnamento sullo storyboard originale di questo particolare momento del film recitano: “La mano di un bambino si protende all’improvviso”. Miyazaki non ha volutamente specificato di chi sia quella mano. Se fosse stata di Haku avrebbe scritto il suo nome e non “di un bambino” generico.
Allora, cosa sta cercando di dirci il regista a questo punto? Ebbene, secondo Okada, la mano appartiene proprio al fratello maggiore di Chihiro di cui non sappiamo il vero nome ma solo quello nuovo che gli ha affibbiato Yubaba rubandogli il suo. Come successo anche a Chihiro. Per salvare la sorellina purtroppo è annegato e poiché ha sacrificato la sua vita per quella di qualcun altro, secondo le credenze buddhiste, è diventato lo spirito guardiano di quel fiume.
Anche se basterebbe questo valido argomento per avvalorare la tesi del “fratello morto per salvare Chihiro”, ci sono anche altri particolari nel film che fanno molto riflettere e sorreggono questa teoria. Eccone sette:
1. Kamaji riferendosi ad Haku e Chihiro parla di amore non romantico
Quando Kamaji, l’uomo delle caldaie, parla di Haku e Chihiro a Lin pronuncia la frase “E’ qualcosa che non riconosceresti, si chiama amore”. Ma è chiaro che non sta parlando di amore romantico. Anche perché sono dei bambini. E tra i due se ci pensate bene, i gesti e il linguaggio del corpo sono più quelli tra due fratelli che tra due innamorati. Si consolano, curano e proteggono a vicenda, un tipo di rapporto fraterno profondo e tipicamente giapponese.
2. Il fiume in cui cade Chihiro è definito sotterraneo
Chihiro nel dialogo in lingua originale del film, racconta che il fiume in cui è caduta da piccola “scorreva sottoterra”. Questa cosa può essere letta perfettamente come una metafora del fatto che suo fratello, diventato una volta morto lo spirito del fiume, sia sepolto sottoterra.
3. La madre di Chihiro è molto fredda con lei
Chihiro quando sta per raccontare ad Haku della caduta nel fiume inizia con questa frase: “Io non me lo ricordo ma mia madre me ne ha parlato”. Questa frase suggerisce che la mamma potrebbe aver omesso nel racconto ad una bambina il dettaglio sconvolgente del fratello morto per salvarla.
Così Chihiro, che è ancora abbastanza piccola, può essere cresciuta senza sapere di aver mai avuto un fratello. E lo strano atteggiamento della madre nei suoi confronti fa sospettare qualcosa. Se ci fate caso non guarda mai la figlia negli occhi ed è abbastanza fredda con lei. Si potrebbe supporre che nutra un senso di risentimento nei confronti di Chihiro e che la incolpi per la morte del figlio maggiore. Una cosa che si trova spesso in molte trame di anime giapponesi drammatici.
4. Haku conosce da prima il nome di Chihiro
Chihiro non può ricordare di aver avuto un fratello morto quando era piccola ma Haku, essendo il maggiore, invece si. In un dialogo tra i due le dice chiaramente di ricordarsi perfettamente il suo nome, per qualche strano motivo. Ma di essersi dimenticato il suo rubato da Yubaba.
5. Un testo inedito di una canzone di Miyazaki svela tantissimo
La canzone finale del film intitolata “Ano Hi no Kawa”, che letteralmente si traduce in “Il fiume, quel giorno“, è stata scritta dal celebre compositore delle memorabili musiche di ogni singolo film Ghibli Joe Hisaishi.
“Da un cortile illuminato dal sole, attraverso una porta di legno dimenticata, lungo un sentiero ombreggiato da una siepe.
La bambina che corre in lontananza sono io.
Fradici e piangenti, ci incrociamo.
Seguendo le impronte nella sabbia, ancora più lontano.
Al fiume che ora è sepolto.
Le piante acquatiche tra i rifiuti ondeggiano.
In quel piccolo fiume ti ho incontrato.
La mia scarpa scivola via lentamente e scompare,
avvolta in un piccolo vortice.
La sporcizia che nasconde il mio cuore si schiarisce.
La nebbia che nasconde i miei occhi svanisce.
Le mie mani toccano l’aria,
i miei piedi catturano il rimbalzo della terra.
Io, che vivo a causa di qualcuno.
Qualcuno che viveva per me.
Sono andata al fiume quel giorno,
sono andata al tuo fiume”
Questo potente scritto di Miyazaki è davvero emblematico. Descrive chiaramente l’esperienza di pre-morte di Chihiro caduta nel fiume. Due sono le righe importanti da notare: “Io, che vivo a causa di qualcuno. Qualcuno che viveva per me”. Significa chiaramente che è viva grazie a qualcuno di molto vicino a lei. E un fratello maggiore che si sacrifica per salvare la sorellina calza a pennello.
6. La questione dei nomi rubati da Yubaba
Quando una persona muore in Giappone, le credenze buddiste impongono che gli venga dato un nuovo nome. In questo modo i defunti non possono restare nel mondo dei vivi quando viene pronunciato perché non lo ricordano. E possono continuare il loro viaggio verso la reincarnazione.
Questo è il motivo per cui Haku una volta morto, non riesce a ricordare il suo vero nome. Chihiro, anche se sta solo visitando il mondo degli spiriti dato che non è morta, perde lo stesso il suo nome. Ma Haku la mette in guardia di non dimenticarselo mai. Perché solo così potrà tornare nel regno dei vivi.
Quando alla fine del film Haku in versione drago ricorda il suo nome, le sue squame si staccano. Per far capire che da ora non è più legato al mondo degli spiriti. E’ stato liberato e, come un incantesimo rotto, ora può avanzare verso la sua prossima reincarnazione.
7. La religione buddhista dietro il finale del film
Quando Chihiro nel finale chiede: “Ci incontreremo di nuovo?” Haku risponde “Ne sono sicuro”. Il concetto di ciclo ininterrotto di morte e rinascita, parte integrante delle credenze religiose buddhiste, non viene tradotto in maniera fedele nelle trasposizioni occidentali del film. Haku, una volta smarcatosi del ruolo di spirito del fiume, può rinascere nel regno umano o raggiungere il Nirvana. E Chihiro, che ha accumulato molto buon karma durante il suo viaggio prematuro nell’aldilà, una volta morta potrebbe ritrovarsi ad essere uno spirito a sua volta.
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