Tatuaggi maledizioni e un legame con Totoro? Principessa Mononoke

Tatuaggi, maledizioni e un legame con Totoro? Principessa Mononoke 

Lo Studio Ghibli ha riaperto il sipario su uno dei capolavori classici di Hayao Miyazaki. In occasione dell’ennesimo passaggio in Tv del film Mononoke Hime, ha risposto a molte domande su dettagli e dietro le quinte della celebre pellicola animata. Tatuaggi, maledizioni e un legame con Totoro? Principessa Mononoke svelato dallo Studio Ghibli.

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I tweet di Studio Ghibli sono arrivati ​​sotto forma di risposte alle tante domande degli utenti. Essendo una delle opere più complesse ed adulte del regista Hayao Miyazaki, anche se ormai uscita nel lontano 1997, gli ammiratori di Principessa Mononoke sono ancora tanti. E sono ancora molto curiosi su alcuni particolari del film, come ad esempio: “Qual è stata la scena più difficile da animare?

“Ghibli risponde: È difficile sceglierne solo una. La scena all’inizio del film in cui il Tatarigami attacca il villaggio ad esempio. Tranne alcune parti in computer grafica, è stato tutto disegnato a manoAnimare tentacoli simili a serpenti sul corpo della creatura, una scena di solo 2 minuti e 10 secondi, ha richiesto un anno e sette mesi di lavoro”(!) (e poi la gente si chiede perché nessuno fa più animazione tradizionale…) 

Tatuaggi maledizioni e un legame con Totoro? Principessa Mononoke

Questo non vuol dire però che le parti animate al computer siano state un gioco da ragazzi. Principessa Mononoke è stato il primo film Ghibli che ha fatto un uso significativo di CG. Lo Studio ha poi aggiunto:

Dalle scrivanie del personale che si occupava della computer grafica di Mononoke Hime si poteva vedere una casa fuori dalla finestra. Chi ci stava lavorando l’ha vista demolita, ricostruita e la famiglia tornare ad abitarci. Tutto questo mentre stava lavorando alla singola sequenza in cui l’occhio del Tatarigami viene trafitto da una freccia.” (!) (di nuovo, chissà perché nessuno fa più film animati fatti a mano…)

Mononoke Hime vanta anche alcuni character design di personaggi memorabili. Una domanda in particolare sull’argomento ha chiesto se ci fosse un significato speciale dietro il trucco rosso che la protagonista San ha sulle guance e sulla fronte. Pur spiegando che non esiste un simbolismo speciale dietro di essi, Ghibli ha poi svelato che i segni non sono affatto trucco. In realtà sono tatuaggi!!

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Diversi commenti hanno espresso anche la loro ammirazione per il protagonista maschile Ashitaka. Uno in particolare ha chiesto “Perché Ashitaka è così bello?” Una risposta a una domanda così soggettiva è ovviamente difficile. Ma Ghibli ha rivelato che a quanto pare il maestro Miyazaki stesso una volta, mentre lavorava su Ashitaka, disse:

Sto disegnando una bellezza irripetibile”.

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Miyazaki ha anche avuto un ruolo determinante nella scelta dei nomi dei personaggi principali nel film. Lady Eboshi, Kohroku e il Dio cinghiale Okkoto, si chiamano come dei luoghi situati nella prefettura di Nagano, dove Miyazaki ha una casetta di proprietà.

Parlando di Lady Eboshi poi, Ghibli ha dato una spiegazione in più sul personaggio e sulla sua storia prima di diventare la leader della Città del Ferro. In alcune interviste del periodo in cui il film uscì nelle sale, Miyazaki aveva affermato che:

Eboshi fu venduta come schiava e divenne la moglie del capo di una banda di pirati giapponesi. Dopo essere diventata un’abile combattente, uccise il marito, gli rubò il tesoro e tornò nel Giappone continentale.

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Mi piace Lady Eboshi.” dichiarò all’epoca Miyazaki.È un personaggio moderno. Sa esattamente cosa deve fare per raggiungere i suoi obiettivi e non ha scrupoli. Allo stesso tempo, ha una grande purezza. È in grado di agire pur mantenendo saldi i suoi ideali.

Passando ai personaggi non umani del film, Studio Ghibli ha confermato che il destriero di Ashitaka, Yakul, anche se sembra un cervo o un alce, in realtà è una subspecie immaginaria di antilope. Nel mondo di fantasia della Principessa Mononoke è chiamata akashishi.

Allo stesso modo, il surreale Dio della Foresta ha avuto ispirazione per il suo design dai cervi liberi del Parco di Nara. I membri dello Studio Ghibli hanno visitato infatti la zona durante un viaggio aziendale nel 1994, tre anni prima dell’uscita del film.

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Altra curiosità è come Ghibli abbia prodotto il suono tipico dei piccoli spiriti della foresta Kodama. Ebbene è stato fatto con delle nacchere di legno. Degli yokai degli alberi avrebbero dovuto avere per forza un suono legnoso.

Altra chicca del reparto sonoro del film: quando è stato chiesto allo Studio quali suoni fossero stati più difficili da realizzare, il produttore Toshio Suzuki si è detto particolarmente orgoglioso di quelli del duello tra San ed Eboshi. Si sono infatti assicurati che la spada di ferro di Eboshi suonasse in maniera diversa dal pugnale d’osso di San.

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Il titolo giapponese del film, Mononoke Hime, doveva essere completamente diverso. L’idea iniziale di Miyazaki, che risale al 1980, era una sorta di versione feudale giapponese della favola de La Bella e la Bestia. La trama incentrata su un grande mostro antropomorfo simile a un gatto e una ragazza umana. Da qui l’idea di intitolarlo La Principessa mostro, traduzione di Mononoke Hime.

Col passare degli anni, l’idea del film si è ovviamente evoluta. Tanto che Miyazaki voleva cambiare il titolo in Ashitaka Sekki (La leggenda di Ashitaka). E allora perché Miyazaki, le cui preferenze artistiche sono solitamente incontestabili allo Studio, non ha ottenuto ciò che avrebbe voluto? La colpa è stata di Toshio Suzuki, produttore Ghibli. E’ stato lui infatti ad aver fatto trapelare, durante un programma Tv, il titolo provvisorio del film Mononoke Hime. Tutto lo Studio, lui compreso, hanno poi deciso di mantenerlo.

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Ma passiamo dalla produzione e dal marketing al finale del film. Se non lo avete visto ovviamente non leggete oltre. Un fan era curioso di sapere perché Ashitaka avesse ancora i lividi della maledizione. Il Dio della Foresta non ha voluto guarire definitivamente la sua ferita? La risposta di Ghibli:

Il motivo per cui ancora si vedono i lividi di Ashitaka è perché la maledizione non è completamente scomparsa. Miyazaki ai tempi della lavorazione disse: I giovani di oggi non accetteranno un semplice lieto fine. Penso che il fatto che i segni non scompaiano completamente, dimostrino che la maledizione è qualcosa che potrebbe anche tornare. Mi sembra più realistico.

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Potrebbe sembrare un po’ deprimente ma pare ci sia un ultimo sprazzo di gioia nascosto nel finale della Principessa Mononoke. Una domanda infatti chiede: “Ho sentito dire che il Kodama che appare nella scena finale, crescendo diventerà Totoro. Ma è vero?” Ghibli risponde:

Durante la produzione, sembra che Miyazaki abbia detto qualcosa del genere allo staff…”

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