La differenza tra cultura lavorativa giapponese ed occidentale in una foto
Prendiamo come esempio due tipici grattacieli di uffici che si affacciano su Tokyo, per la precisione sul quartiere di Shibuya. Da fuori sono simili ma al loro interno sono molto diversi. Praticamente mondi separati. Questo esempio spiega perfettamente la differenza tra cultura lavorativa giapponese ed occidentale.
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Ho già fatto un post incentrato sulla complicata cultura del lavoro giapponese, lo trovate qui > 5 motivi per non vivere in Giappone.
Una cultura nella quale è normale fare molti straordinari non pagati oppure utilizzare ferie pagate per i giorni di malattia. E l’andare a casa solo dopo che il capo ha lasciato l’ufficio e quindi lavorare spesso oltre l’orario prestabilito, è la normalità.
Questa attenzione nel dare priorità all’armonia del gruppo di lavoro, rispetto all’efficienza, è in netto contrasto con la mentalità occidentale. Essa infatti predilige, e aggiungo giustamente, il ‘lavorare in modo più intelligente, non più duro’. Per avere riprova di tutto questo, basta semplicemente osservare in modo più attento i grattacieli degli uffici giapponesi quando cala la notte.
Questo è quello che ha fatto l’utente di Twitter Yusaku Arai (@arai_yusaku) una sera mentre era a Shibuya verso le 18:00. Quello che ha notato è stato piuttosto sorprendente. Ha semplicemente scattato una foto che mostrava due edifici affiancati: a sinistra la sede di alcune aziende giapponesi e a destra la sede di un’azienda occidentale.
Il grattacielo sulla sinistra è il nuovo Shibuya Scramble Square di 47 piani. Ospita numerose grandi aziende giapponesi, tra cui la società di pubblicità digitale CyberAgent Inc. situata ai piani 19-23 e Mixi, un servizio di social networking online ai piani 28-36.
L’edificio a destra invece? E’ lo Shibuya Stream e ospita gli uffici di Google.
Come si può osservare, le luci brillano praticamente su ogni piano dello Shibuya Scramble Square. Mentre il quartier generale di Google, che occupa la maggior parte dell’edificio Shibuya Stream di 35 piani, è così buio che si vedono le luci della città riflesse dalle finestre. Sembra quasi trasparente.
Il motivo per cui è così buio è perché il gigante americano della tecnologia ha deciso di consentire ai suoi dipendenti lo smartworking fino alla fine di giugno 2021. Al contrario possiamo osservare che il lavoro da casa non ha per niente preso piede nelle aziende giapponesi. Nonostante il governatore di Tokyo, Yuriko Koike, lo abbia spinto tantissimo da quando la pandemia è arrivata la prima volta nel paese.
Ci sono una serie di ragioni per cui lo smartworking non è un’opzione pratica per le aziende giapponesi. Principalmente perché viene data molta importanza agli incontri faccia a faccia e all’intricata rete di dinamiche di gruppo giapponesi che sono difficili da coltivare attraverso videochiamate o videoconferenze.
Sono in tanti a pensare: ‘come puoi fidarti di qualcuno se non hai la certezza che indossi pantaloni da lavoro invece di un perizoma > fundoshi?’ E c’è anche il problema dei lavoratori che devono per forza recarsi in ufficio per ‘firmare’ moduli e autenticare documenti di lavoro. Infatti in Giappone le firme vengono fatte da tutti attraverso dei > timbri personalizzati chiamati Hanko

Il ministro per le riforme amministrative, Taro Kono, ha deciso di abolire la necessità dei timbri personali nei luoghi di lavoro giapponesi. Sono in molti che ormai la ritengono una pratica obsoleta. Che potrebbe essere benissimo risolta con le firme digitali come si fa in occidente già da un pezzo.
Kono è anche determinato a farla finita con i fax che sorprendentemente svolgono ancora un ruolo importante in molti uffici giapponesi! L’arretratezza del Giappone in alcuni campi lavorativi, dato che si pensa sempre sia un paese molto avanti tecnologicamente, lascia davvero sorpresi.
Fonte: SoraNews24.com