In Giappone primo sciopero in 60 anni per degli impiegati dei grandi magazzini
In Giappone gli scioperi non sono decisamente la normalità. I nipponici che vengono in vacanza in Italia rimangono spesso sorpresi quando scoprono che invece qui è l’esatto contrario. Tempo fa avevo già parlato del modo completamente atipico in cui interpretano lo sciopero in Giappone. Ad esempio nel primo punto di questo articolo, dove parlo di un rarissimo sciopero degli autobus.
Canale TELEGRAM! > Unitevi per restare aggiornati!
Ma veniamo al punto di questo post. Due giorni fa c’è stato il primo sciopero in 60 anni per i dipendenti di una famosa catena di grandi magazzini nipponici: la Sogo&Seibu. Il motivo è l’avversione verso la vendita dello storico marchio ad Usa Fortress, un fondo di investimento americano. E al prevedibile conseguente taglio del personale che ne deriverebbe. Circa 900 impiegati, rappresentati da un sindacato, si sono astenuti dal lavoro nella giornata del 31 agosto 2023. Si tratta di dipendenti di una grossa filiale di riferimento, situata nel quartiere di Ikebukuro a nord di Tokyo.
Nelle sue dichiarazioni rilasciate ai giornalisti, il capo del sindacato Yasuhiro Teraoka, come da tipico comportamento nipponico, si è scusato con i clienti del grande magazzino per il mancato servizio, chiedendo comprensione. Si è poi rivolto anche ai vari partner commerciali di Sogo&Seibu perché “permettessero al centro commerciale di chiudere solo per un giorno”.

L’azienda negli ultimi anni, ha già visto un drastico calo nel numero delle sedi diffuse nel Paese. Nel 2009 erano 28 i punti vendita, mentre ora sono rimasti solo 10. Il gruppo dovrebbe essere venduto per poco più di 200 miliardi di ¥ (1,24 miliardi di €). Basta solo che il consiglio d’amministrazione della società madre, la Seven & I Holding, concluda la transazione. Il sindacato è preoccupato che le mire del fondo statunitense porteranno a un cambio di strategia nel centro commerciale. Dando priorità alla presenza di partner tecnologici come la famosa Yodobashi Camera. Portando ad un’inevitabile ridimensionamento della forza lavoro all’interno dei negozi.
Secondo la società di ricerca Ua Zensen, l’ultimo sciopero di un ‘depato‘ (department-store), nome con cui vengono chiamati tutti i centri commerciali in Giappone, risale al 1962. Sono davvero una rarità. In base ai dati del Ministero del Welfare nipponico, a partire dal 2009 tali azioni, che durano sempre non più di una giornata lavorativa, non hanno mai superato le 50 all’anno.
Post consigliato > Il Giappone è un pianeta a parte: 10 fatti che lo dimostrano