Il Giappone finalmente vieta agli insegnanti di controllare l'intimo

Il Giappone finalmente vieta agli insegnanti di controllare l’intimo 

Il Consiglio dell’Istruzione giapponese finalmente ha abolito una delle procedure educative più aberranti ancora in voga in alcune scuole. I professori, prima di entrare in classe la mattina, potevano infatti ispezionare il colore dei reggiseni delle ragazze per accertarsi che fossero rigorosamente bianchi. Questo perché nelle camicette candide delle divise scolastiche giapponesi si sarebbe visto sconvenientemente in trasparenza.

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Dovete sapere che in Giappone far intravedere elastici delle mutande, laccetti dei reggiseni e quant’altro è considerato assolutamente disdicevole. Fateci caso se non siete mai andati in Giappone appena sarà possibile tornarci. Non vedrete mai un reggiseno in trasparenza o un tanga sbucare fuori dai vestiti di una ragazza o di una signora che si china come da noi.

La famosa immagine stile anime della minigonna della divisa scolastica che svolazza e fa intravedere le mutande, nella realtà è difficile che capiti. Le gonne delle vere uniformi giapponesi sono molto più lunghe di quello che si pensi e comunque sotto le ragazze indossano spessissimo dei pantaloncini.

Ma torniamo alla questione controllo dell’intimo a scuola, che prima veniva fatto proprio per evitare che qualcosa si intravedesse. Da adesso il personale scolastico giapponese non sarà più autorizzato a mettere tutte in riga le studentesse e scoprire loro le spalle per controllare i reggiseni. La cosa ancora più incredibile è che molti degli insegnanti che facevano questa operazione quotidiana erano uomini. Addirittura alcuni di questi controllavano l’intimo anche prima delle lezioni di ginnastica.

Tra le 51 scuole passate al vaglio dal Consiglio dell’Istruzione solo nella prefettura di Saga, 14 di queste hanno ricevuto delle segnalazioni da tempo per questa pratica assurda. Fino a qualche anno fa il rigido codice di abbigliamento nelle scuole era considerato parte dell’educazione quasi militare dei ragazzi. Ma al giorno d’oggi ormai una cosa simile fa indignare tutti, anche i giapponesi più conservatori.

Le crescenti preoccupazioni su come il personale delle scuole incriminate stesse applicando in maniera estrema questa norma, violando di fatto la privacy di ragazzi minorenni, ha portato finalmente ad una risoluzione. Il Consiglio ha fatto abolire da tutte le 14 scuole segnalate tale assurda politica.

Quindi non ci saranno più restrizioni sul tipo di abbigliamento intimo che gli studenti dovranno indossare a partire dall’inizio del nuovo anno scolastico. Inoltre, il consiglio ha eliminato anche le regole che imponevano a maschi e femmine di indossare le divise scolastiche in base al loro sesso. Questo per non discriminare coloro che si identificano come gender fluid o non binari, che così potranno scegliere la divisa maschile o femminile a loro piacimento. Le ragazze potranno mettere la versione con i pantaloni e i ragazzi quella con la gonna senza problemi.

Recentemente poi è stata abolita anche la regola assurda dei capelli neri a scuola. Imponeva agli studenti con capelli naturalmente castani, o comunque più chiari del nero, di tingerli per uniformarsi al “colore giapponese standard”. Se in futuro usciranno fuori altre prefetture che ancora mantengono delle regole assurdamente obsolete, si spera vengano costrette a cancellarle al più presto.

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