Il Giappone avrà bisogno di 1 milione di operatori sanitari in più entro il 2040

Il Giappone avrà bisogno di 1 milione di operatori sanitari in più entro il 2040

In Giappone, come anche nel resto del mondo, la pandemia ha messo a dura prova il settore sanitario. Dalla capienza dei posti letto negli ospedali alla scarsa quantità del personale sanitario, il paese ha capito quanto fosse impreparato ad una emergenza di questo tipo. La mancanza di manodopera, dato che i giovani sono pochi e gli anziani tantissimi, si riflette anche in questo campo. Un recente rapporto del governo giapponese ha stimato che il Giappone avrà bisogno di 1 milione di operatori sanitari in più entro il 2040.

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Da quando è iniziata la pandemia, anche quelli già impiegati hanno mollato il settore, esauriti dalla mole di lavoro e dai rischi di infettarsi che questo comportava. E ovviamente nessuno può sostituirli con delle nuove leve perché non esistono. I pochi giovani che potrebbero, ora scelgono sempre di più altri tipi di professioni. Orari infiniti, compiti stressanti, reperibilità e il rischio di contrarre malattie infettive come il Covid, hanno convinto molti a non buttarsi più nella pur remunerativa carriera sanitaria.

Secondo gli ultimi dati ufficiali, la popolazione giapponese dovrebbe raggiungere i 110,9 milioni entro il 2040, con un calo del 12,7% rispetto al 2020. Già nel 2025 è prevista una forte carenza di personale nei servizi più disparati, anche in quello sanitario. Il Paese avrà bisogno di 10,7 milioni di nuovi giovani dipendenti che non ha ora e non avrà nemmeno in futuro.

Il Giappone avrà bisogno di 1 milione di operatori sanitari in più entro il 2040

Sulla base del basso tasso di natalità e di altre variabili, il rapporto indica che solo 9 milioni di giapponesi sono attualmente disponibili a fare questo lavoro. Ne mancano all’appello circa 1 milione per coprire tutte le posizioni. Il calo dello Yen ha anche recentemente reso il lavoro nel servizio sanitario giapponese meno redditizio per gli stranieri. Attualmente quelli che fanno già questo lavoro in Giappone sono pochi, per la maggior parte provengono dalle Filippine o dall’Indonesia. Ma la barriera linguistica è ovviamente un ostacolo. C’è chi preferisce trasferirsi in paesi come Europa e Stati Uniti per una lingua più accessibile e ad oggi una migliore retribuzione.

Yoko Tsukamoto, professore all’Università di Hokkaido, riferisce che ha osservato negli ultimi due anni un calo significativo nel numero di studenti che vogliono intraprendere la carriera medica. Il tasso di abbandono in corso di studi poi è anche peggio. E’ aumentato fino a raggiungere il 20% tra i ragazzi del primo anno. Inoltre, il campo medico è uno di quelli che offre il maggior squilibrio tra lavoro e vita privata, a causa degli orari impossibili e della reperibilità. Anche se il Giappone è noto per essere abituato a lavorare molto, ed ha molti casi di karoshi, la morte da superlavoro, la pandemia ha peggiorato la situazione.

Il governo da adesso in poi quindi renderà più semplice il procedimento per ottenere un visto lavorativo per gli stranieri che desiderano esercitare la professione medica o sanitaria in Giappone. Fornendo al contempo incentivi e benefit per convincere quelli più qualificati a trasferirsi. Recentemente il paese ha investito molto per migliorare il valore in forte ribasso dello Yen, un problema per invogliare lavoratori forestieri.

Il Giappone avrà bisogno di 1 milione di operatori sanitari in più entro il 2040

Allo stesso modo, anche il budget riservato al settore sanitario avrà dei miglioramenti per incentivare i ragazzi a fare questo lavoro. Il governo sta attuando anche diverse campagne strategiche per convincere i giovani a trasferirsi in quartieri abitati principalmente da anziani con delle agevolazioni economiche. Per sopperire alla enorme mancanza di assistenti e badanti. Inoltre garantisce sempre più aiuti ai genitori convincendoli ad avere più figli e quindi tentare di migliorare la bassissima natalità per il futuro. E’ difficile dire se questi metodi siano però veramente efficaci… al momento pare proprio di no.

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