Hayao Miyazaki critica Evangelion e GITS in un libro di interviste

Hayao Miyazaki critica Evangelion e GITS in un libro di interviste 

E’ da poco uscito in Italia, me lo ero perso che smacco, il volume 1 di Dove torna il Vento (disponibile a questo link), un libro prezioso. Il volume 2 uscirà il prossimo 24 novembre (già in pre-ordine a questo link). Si tratta di una raccolta di interviste fatte negli anni 90′ da Yoichi Shibuya a nientepopodimeno che Hayao Miyazaki! Nel primo volume in particolare, troviamo una raccolta di quelle dal 1990 al 2001, rilasciate da Miyazaki ad ogni uscita dei film Studio Ghibli.

Si parte con Kiki, consegne a domicilio, poi Porco Rosso, Principessa Mononoke ed infine La Città Incantata, uscito proprio nel 2001. Di seguito trovate un estratto del libro, preso dal capitolo intitolato ‘Quando decisi di vivere nella Città del Ferro‘. Questa parte risale ad una intervista del 1997, dopo l’uscita di Principessa Mononoke.

Un film che, stando alle dichiarazione di Miyazaki, sarebbe dovuto essere l’ultimo. Ma questa cosa è successa infinite volte, praticamente dopo l’uscita di ogni suo film degli ultimi anni. E tutte le volte il maestro ritorna sui suoi passi e abbandona la vita da pensionato per lavorare ad un nuovo ‘ultimo’ film. Per nostra fortuna. Ed è successo anche con il suo recente Il Ragazzo e l’Airone che non è più l’ultimo, dato che Miyazaki sta già lavorando ad un nuovo lungometraggio!

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In questo estratto il nostro regista preferito parla in particolare del suo rapporto, sfociato poi in amicizia, con Hideaki Anno. Il creatore dell’anime Neon Genesis Evangelion, aveva infatti lavorato ad alcune produzioni dello Studio Ghibli negli anni 80′, tra cui Nausicaa della Valle del Vento. Negli anni Novanta poi, dopo la fine della sua celebre serie, Anno stava realizzando due film  sempre a tema: Death & Rebirth e The End of Evangelion. Fatti in risposta alle critiche piovute sul finale tirato via dell’anime.

Ecco dove si posiziona cronologicamente questa intervista. Miyazaki prima parla appunto di Evangelion ed Hideaki Anno. Poi di un altro celebre collega e del suo film più famoso: Mamoru Oshii e il suo capolavoro Ghost in the Shell. In entrambi i casi Miyazaki non si risparmia in aspre e ironiche critiche ai loro lavori. Considerando sempre che entrambi sono suoi amici di vecchia data.

Hayao Miyazaki critica Evangelion e GITS in un libro di interviste

Ecco un estratto dell’intervista:

Allo Studio Ghibli ci sono dei fan malati di Evangelion?
M: Oh, altroché. Anche malati di Ghost in the Shell. Che scemi, mi viene da dire. Potrebbero andare a lavorare per loro, no? [ride]. Ce ne sono, sì. Abbiamo anche delle signore maniache di Disneyland.

Che cosa ne pensa di Evangelion del suo discepolo Anno?
M: Non sono riuscito a guardarne più di tre minuti. Non ho retto.

Non lo ha trovato interessante?
M: Non ho più bisogno di roba simile. Anche se ammetto di aver pensato, soltanto guardando gli storyboard iniziali,: «Canaglia, guarda che casino hai combinato». [ride] Quando ho visto che nominava gli ‘angeli’ ho pensato si fosse cacciato in un bel guaio. Per fortuna ora è finita.

Ho visto che ha scritto: ‘Anno suddividerà il suo film in due parti. Mi dispiace per lui’
M: Questo me l’ha riferito lui stesso. Mi ha parlato di ciò che ha dovuto passare con la serie televisiva. Era davvero in difficoltà, gli ho consigliato di scappare. Gli ho detto che non avrebbe dovuto fare il film, perché mi ha confessato che in realtà non aveva voglia di farlo. Per esperienza, riconosco subito quando una persona ha già detto tutto ciò che aveva da dire. Sapendo cosa si prova a continuare per poter vendere, anche quando si ha esaurito il materiale, conviene scappare se si vuole ancora creare qualcosa.

Se si è vincolati alle proprie creazioni, si finisce solo per diventare preda di odiosi uomini di mezza età. Il Giappone è diventato un Paese spregevole, in cui persone spregevoli che appaiono nelle rubriche finanziarie dei quotidiani ti ringraziano per avergli fatto vendere decine di migliaia di videocassette. Trovo irrazionale che le rubriche finanziarie riportino quanto ha venduto il Tamagotchi.

Crede che questo avrebbe convinto Anno a smettere quando è venuto a chiederle consiglio?
M: Mi ha raccontato in che condizioni lavorava. Aveva steso un materasso accanto alla scrivania, staccava per dormire e poi ricominciava. Conoscendo Anno, suppongo che non si lavasse nemmeno [ride]. Ed è da lì che l’ho capito, anche senza guardare di che cosa si trattasse. Piuttosto, ciò che mi preoccupava, anche se credo che lui sia troppo tenace perché ciò accada, è che una volta che cominci a comportarti così, finisci per essere vincolato alla tua opera.

Prenda per esempio La corazzata Yamato, o Gundam. Lasciarsi vincolare porta a brutte conseguenze, perciò ritengo che si debba guardare con distacco a ciò che si è creato e dare inizio a qualcos’altro… I soldi guadagnati possono finire per oscurare la nostra persona. Anno mi ha fatto presente che ha uno staff da mantenere, al che io ho risposto che allo staff non importa niente di noi, perciò tanto vale abbandonarlo e basta. Ho avuto spesso uscite inopportune di questo genere.

Ma lei non ha mai abbandonato il suo staff!
M: L’ho fatto, invece. L’ho sciolto sia con Nausicaa che con Laputa. È rimasto solo l’ufficio, vuoto. Poi, quando abbiamo finito con Il mio vicino Totoro e cominciato con Kiki consegne a domicilio, mi sono reso conto dell’errore: se avessi sciolto lo staff, non avrebbero più avuto un posto dove andare. A quel punto ho capito che avrei dovuto offrire un salario fisso.

Fino a Kiki venivano pagati a cottimo. Non si poteva andare avanti così, il lavoro diventava più pesante e loro più lenti. Se avessi continuato a pagarli a cottimo, alcuni non avrebbero più avuto di che vivere, perciò ho cambiato metodo. Meglio tardi che mai, insomma. Anche se adesso questo ritardo è diventato il problema principale. [ride] Questo studio ci costa 80 milioni di ¥ al mese (500.000 €). La sezione CG ha appena ricevuto un nuovo macchinario e lo usa con molto entusiasmo. Vuole sapere quanto mi è costato? Un centinaio di milioni (632.000 €) [ride].

Lei ha visto Ghost in the Shell?
M: No.

Mamoru Oshii si è espresso in maniera molto interessante su di lei. Lei invece come si esprime su Mamoru Oshii?
M: Ma come fa a essere così fissato con i cani? Che imbecille [ride].

Vedo che lo conosce bene
M: Si, ha avuto da ridire sul mio cane e abbiamo litigato per questo [ride]. Non vedo che cosa ci sia di male a dare a un cane riso e zuppa di miso. Io il mio lo nutrivo così ed è vissuto diciassette anni. Mamoru Oshii si è addirittura trasferito a Izu per un cane. Ha persino fatto costruire un percorso attorno a casa sua apposta per il suo cane, perché quella stupida bestia ha le difese immunitarie basse e non può uscire all’esterno. Quando l’ho saputo, mi è sembrato assurdo. Ma gli allevatori mi sembrano un po’ tutti dei cialtroni [ride]. Gli ho proposto di realizzare un film sul suo cane, visto che è un tale cinofilo, piuttosto che darsi a certe scempiaggini. Altro che cervello umano e intelligenze artificiali!

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Allora l’ha visto! [ride]
M: No, non l’ho visto, ma so di cosa parla. Ho letto in manga Ghost in the Shell di Masamune Shirow. Non ha potuto raccontare la storia per intero, perciò immagino che abbia fatto tutto in maniera suggestiva. Non esiste nessuno altrettanto bravo a raccontare le cose in maniera suggestiva [ride]. Con Patlabor 2: The Movie mi ha spiazzato. Mi sembrava pregno di significato, ma secondo lui non ne aveva nessuno [ride]. Quando qualcosa non è convincente nelle sue opere, lui ti anticipa. Il suo modo di narrare infatti è ingegnoso ed elaborato, ma in sostanza ciò che Oshii vuole dire è che è stanco di Tokyo e perciò vuole andarsene a Izu a badare al suo cane. Non vuole che il suo cane cresca con le zampe corte solo perché anche lui è basso. Quanto godrei a sapere che quello stupido cane gli fa la pipì e la cacca in casa!

L’opinione che Mamoru Oshii ha di lei non è divertente quanto la sua
M: Beh, perché fondamentalmente siamo amici, perciò voglio che faccia bene il suo lavoro. Ma Oshii è uno che tiene molto allo stile di vita e dubito che vivrebbe nel mondo metafisico da lui creato. Si è fermato agli anni ‘70 e borbotta un sacco ma in realtà è un uomo estremamente equilibrato ed integerrimo.

Un’osservazione tagliente
M: È consapevole che la mattina bisogna svegliarsi presto e dormire la notte. Tra le altre cose, ha detto che lo Studio Ghibli è stalinista [ride]. (Continua nel libro.)

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Fonte: @fumettologica e @dovetornailvento


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