Doraemon nella vita reale secondo l’intelligenza artificiale
Era il 1° dicembre 1969 quando la casa editrice giapponese Shogakukan pubblicava il primo manga di Doraemon, il simpatico gatto robot blu diventato poi un fenomeno mondiale. Tanto da essere trasposto subito in versione anime televisivo, molto conosciuto e apprezzato anche in Italia. I creatori del fortunato personaggio sono Hiroshi Fujimoto e Motoo Abiko, un duo di mangaka noti con lo pseudonimo di Fujiko Fujio. Sono gli stessi autori di un’altra opera, anch’essa molto famosa in Italia: Carletto il principe dei mostri.
Canale TELEGRAM! > Unitevi per restare aggiornati! 😉
Il nome Doraemon è frutto un gioco di parole, come spesso capita con la lingua giapponese. Viene dall’unione del termine ‘dora‘, da ‘dora neko‘ (gatto randagio), unita alla nota passione di questo gattone per dei dolci tipici giapponesi chiamati dorayaki. A ciò si aggiunge poi il suffisso –emon, tipico dei nomi maschili tradizionali giapponesi.
Nonostante il titolo, il vero protagonista della storia è Nobita, un ragazzino goffo e pigro come pochi. Molti anni avanti nel futuro, nel XXII secolo, un suo discendente decide di inviare nel passato un gatto robot, Doraemon appunto, per migliorare la situazione del suo antenato disastroso. Nobita nel corso della storia, continua a cacciarsi in un guaio dietro l’altro e Doraemon riesce sempre a trovare una soluzione grazie alle sue invenzioni. Ecco come l’AI vede Nobita, un bambino giapponese abbastanza credibile anche se con degli strani occhi azzurri…
I personaggi che compaiono nelle viarie puntate ovviamente non sono solo Nobita e Doraemon. C’è anche Suneo, un compagno di classe di Nobita ricco e arrogante che gli fa spesso degli scherzi. Eccolo in versione AI, i suoi capelli hanno qualcosa di strano…
Suneo fa spesso coppia con Gian, un altro ragazzino un po’ più robusto. Tra i due c’è un rapporto strano, perché Gian a volte si allea con lui per tormentare Nobita, a volte invece lo bullizza. Suneo comunque si approfitta spesso della protezione di Gian, dato che fisicamente è il più forte. Eccolo visto dall’AI… più addolcito da un’aspetto quasi femminile.
Nel 2008 il Ministro degli Esteri giapponese ha nominato Doraemon Ambasciatore degli anime nel mondo. Riconoscendogli la capacità di esportare ovunque la cultura pop nipponica. Eppure anche Doraemon, anime palesemente per un target molto giovane, è riuscito a farsi censurare in alcuni paesi.
Nel 2016 per esempio, il Pakistan ha chiesto che i suoi cartoni fossero banditi dalla tv nazionale. Il motivo è l’accusa di trasmettere un pessimo esempio per i giovani. Nobita secondo loro, è un ragazzino pigro e svogliato e conta troppo sull’aiuto di Doraemon senza rimboccarsi mai le maniche per raggiungere personalmente i suoi obiettivi.
Post consigliato > Holly e Benji nella vita reale: ecco come sarebbero per l’Intelligenza Artificiale (foto)