Cosa non va nel Cowboy Bebop targato Netflix

Cosa non va nel Cowboy Bebop targato Netflix?

E’ uscita da poco la chiacchierata serie live-action di Cowboy Bebop, lo scorso 19 novembre. L’originale serie animata del 1998, anche a distanza di decenni dall’uscita, è invecchiata benissimo. Gli appassionati italiani di anime lo sono diventati sicuramente anche grazie al suo passaggio nella defunta trasmissione Mtv Anime Night. Per questo l’annuncio di una trasposizione live-action di questa pietra miliare ha subito scatenato le domande: era davvero necessaria? Ovviamente no, soprattutto dopo averla vista e constatato la prevedibile delusione. Ma cosa non va nel Cowboy Bebop targato Netflix?

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Io ci ho provato a dare una chance all’operazione rispolveriamo Cowboy Bebop. Non è la prima volta che Netflix si ostina a fare una cosa simile, ed è sempre andate male. Ma questo ancora non li ha convinti a demordere. Infatti prossimamente, per la gioia di tutti noi, arriveranno anche il live-action di One Piece e quello dei Pokemon!

Stavolta ho pensato: magari potrà funzionare un remake americano di un anime dall’ambientazione western-spaziale, è roba loro. Già dai trailer però avevo intuito qualcosa in negativo. Forse non mi ha convinto il tonocazzone” dei personaggi o le battute da action-B-movie, ma hei, aspettiamo la serie, il trailer non conta. Non può sempre andare male no? No? E invece si. Purtroppo.

L’anime originale Cowboy Bebop ha 26 episodi da 30 minuti. Il live-action 10 episodi da 50 minuti. Già così è impossibile pensare che la storia sia la stessa ma ci sta. L’intento, giustamente, non è quello di ricalcare l’opera di partenza. Altrimenti guardi direttamente quella. Nei live-action americani di opere giapponesi il problema è che manca sempre qualcosa. E quel qualcosa è, guarda caso, chiamato “ANIMA“.

Cosa non va nel Cowboy Bebop targato Netflix

Le sequenze d’azione sono fatte abbastanza bene, le parti in CG spaziali stile curvatura di Star Trek anche. Si può percepire amore e ammirazione dell’opera originale da parte di chi ha lavorato a questo remake. Non dimentichiamo che anche il regista dell’anime Shinichiro Watanabe ha partecipato alla lavorazione come consulente. Ma non è bastato. Per me l’essenza di Bebop si è completamente persa.

Ma andiamo nel dettaglio di ciò che non ha funzionato, ripeto purtroppo, di questo rifacimento. Partendo dalla scelta degli attori. Già dalle semplici foto promozionali non avevano convinto. Ma era solo un giudizio estetico, ingiusto. Vedendoli poi effettivamente interpretare i rispettivi ruoli il rischio cosplayer che tutti hanno evidenziato si è fatto poi realtà: sono superficiali. Gli interpreti non hanno capito a fondo i personaggi che andavano a recitare.


Cosa non va nel Cowboy Bebop targato Netflix

Jet Black

Cominciamo da Jet che secondo me hanno davvero toppato come personaggio. Lo hanno troppo “americanizzatoappioppandogli pure una figlia da una ex moglie che deve conquistare con dei regali. Questa cosa nell’anime non esiste e secondo me non c’entra una mazza con lui. Certo, c’è un episodio sul passato lavorativo e sentimentale di Jet, ma questa storia della figlia è tutta nuova.

Le difficoltà nel passato del Jet animato sono legate a onore e lealtà. Non a problemi familiari da telefilm americano. Quello dell’anime è un uomo con un certo codice a cui stoicamente ambire, perfettamente in stile giapponese. Quello umano invece è il solito papà che fa del suo meglio per non deludere un figlio che non vede mai. Proprio due persone diverse.


Cosa non va nel Cowboy Bebop targato Netflix

Spike Spiegel

Passiamo al protagonista principale, Spike. Il suo carattere è molto diverso da quello animato, manca tutta la sua parte introspettiva e stanca della vita, un vero peccato. Lo Spike di Netflix lotta, fa mosse di kung-fu e spara per uccidere come un sicario, senza rimorsi. Ok, anche nell’anime è un pistolero che usa le sue abilità e le sue mosse mortali. Ma dà l’impressione di farlo solo se assolutamente necessario alla sua sopravvivenza. Non per divertimento.

Quando poi combatte contro il Drago Rosso è più spietato anche nell’anime, quello sì. Ma nel live-action lo hanno volutamente fatto sembrare più spregiudicato, “mafioso” e rimasto legato allo stile dell’organizzazione malavitosa cinese che ha lasciato anni prima. Dov’è il suo sguardo malinconico e distante rivolto al passato? Il suo fascino è azzerato.

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Faye Valentine

Passiamo alla dolente Faye, uno dei casting più criticati. Molto distante, sia nell’aspetto che nello stile, dalla controparte animata. Quando l’anime Bebop passò in Giappone nel 1998, ad alcuni otaku Faye non piaceva. Non era lo stereotipo della ragazza kawaii (carina), che andava già di moda in quegli anni.

Era molto rude nei modi ma sensuale e carismatica. Una parente di Fujiko Mine di Lupin. Sempre pronta a dispute verbali e fisiche ma intelligente e calcolatrice. Soprattutto quando ci sono di mezzo dei soldi, altro punto in comune con Fujiko.

Questo aspetto della Faye animata nel live-action è passato invece in secondo piano, rendendolo un personaggio meno misterioso ed attraente. Non si tratta solo dei vestiti che in molti hanno trovato meno sexy, volutamente, di quelli disegnati.

Il motivo probabilmente è che il modello per le eroine d’azione hollywoodiane degli ultimi anni è questo. Un po’ rozze, sciroccate e con la bocca piena di parolacce stile Harley Quinn di Suicide Squad. Ma il fascino della Faye Valentine animata era di tutt’altro stampo.

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Vicious

E per ultimo veniamo alla nemesi del protagonista, Vicious. Se non avete visto la serie oppure, prevedibilmente, non siete riusciti a finirla, ora ci sono spoiler. Quindi se non li volete non proseguite a leggere.

Già dal primo momento in cui appare Vicious, viene subito da pensare che non sia lui. Qui è sposato con Julia e spesso parla di “amore” rivolgendosi a lei. Una cosa che il vero Vicious non avrebbe mai fatto. C’è poi una scena in cui il Drago Rosso ordina a Vicious di spararle per dimostrare la sua obbedienza e lui esita. Ok no, questo non è assolutamente Vicious.

Anche nell’anime si capisce che Spike e Vicious si sono contesi l’amore di Julia. E che il rivale ha avuto una relazione amorosa con la sua donna. Ma la caratteristica distintiva del Vicious dell’anime è il suo risentimento verso Spike che considera un traditore che ha abbandonato lui, il suo compare, e l’organizzazione. Non prova nulla di romantico per Julia, i due si stanno solo usando. Quindi se nell’anime gli fosse stato ordinato di spararle, come prova della sua lealtà, lo avrebbe fatto. Ecco chi è il vero Vicious.

Il Vicious ferito dell’anime è una delle caratteristiche che rende più alto il climax dell’opera, soprattutto nel finale. E Julia, che nell’anime si vede pochissimo rispetto al live-action, è un personaggio molto più complesso di quella umana. E’ una donna astuta, egoista ma anche forte, aspetti che probabilmente la rendono così speciale per Spyke. Questo si perde totalmente nella versione Netflix.

Cosa non va nel Cowboy Bebop targato Netflix

Una delle cose che ho pensato di più mentre guardavo questo live-action è stata che tutti continuavano a dire e fare cose che i personaggi animati non avrebbero mai detto o fatto. Battutine tristi da tipico humor americano, dialoghi banali e stupidi su bidet, rasatura del pube e bukkake. In una scena, che nell’anime non esiste, siamo in un club sadomaso buttato lì così, senza un motivo.

Questo non è affatto nello spirito di Cowboy Bebop e, proprio come per la violenza a tratti al limite del gore, il risultato finale del tutto è forzato e rozzo. Come molti prodotti americani di basso livello. Ma Cowboy Bebop non merita questo trattamento!Se c’è una cosa positiva di questo adattamento è che ha il pregio di far apprezzare la complessità dei personaggi dell’anime. La forza della serie sta molto nella loro caratterizzazione. Anche le influenze del cinema western ed hard boiled viste con occhi giapponesi fanno risultare tutto molto intrigante. Le ambientazioni animate e i particolari dei vari pianeti sono memorabili. E’ ironico che ora che Cowboy Bebop ha ottenuto una versione veramente occidentale, in realtà ha perso irrimediabilmente il suo fascinoesotico” al contrario.

Tecnicamente c’è stato un certo impegno rispetto ad altri adattamenti molto più scadenti. Vedi l’orrendo Death Note ad esempio. Ma per i veri fan questo non può bastare. E nemmeno per chi non ha mai visto l’anime. Ho letto di gente che dopo aver provato a guardarlo per curiosità, ha commentato: ma com’è possibile che questa storia è così osannata da anni dagli amanti degli anime. Non è nulla di speciale.
Eggià…

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