Come il Giappone ha gestito la pandemia

Come il Giappone ha gestito la pandemia 

A metà agosto 2021, subito dopo le Olimpiadi di Tokyo, il Giappone era in preda a una travolgente quinta ondata di casi di Covid. I numeri parlavano di 25.000 nuovi contagiati al giorno e il sistema sanitario era in discreta difficoltà.

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Ma già alla fine di settembre, i casi di infezione erano diminuiti drasticamente. A dicembre addirittura il numero nazionale di contagi confermati è stato inferiore ai 100 casi giornalieri. Incredibile.

Il Dr. Hideaki Oka, medico del Saitama Medical University Hospital afferma:

“Abbiamo avuto zero pazienti COVID nel nostro ospedale per due mesi consecutivi. Quindi siamo stati in grado di concentrarci su questioni mediche generali proprio come facevamo in periodo pre-COVID.”

Il cambiamento è così drastico che molti esperti sono confusi sul perché è accaduto. Si parla di una assurda diminuzione del 90% rispetto al precedente massimo. Il Giappone ha registrato meno di un decesso al giorno nelle ultime due settimane di dicembre: è il dato più basso dal luglio del 2020. Com’è stato possibile?

All’inizio il Giappone è partito molto in ritardo con le misure anti-pandemiche rispetto agli altri paesi del mondo. Lo stesso ha fatto con i vaccini, prendendoli con molta calma. Poi ha raggiunto tutti arrivando a quota 80% di completamente vaccinati su una popolazione totale di oltre 125 milioni di persone. E a metà dicembre ha iniziato anche con le terze dosi. Fin qui nulla di diverso dalla maggior parte dei paesi industrializzati. Ma allora come mai a dicembre ha avuto meno di 100 casi al giorno e noi invece siamo ormai di nuovo arrivati a 100.000? E’ assurdo.

Anche la vicina Corea del Sud ha completamente vaccinato la popolazione, addirittura arrivando oltre il 90%. Ma adesso si ritrova nella situazione più grave da inizio pandemia, con oltre 10.000 contagi al giorno. A partire da questo dicembre è stata costretta a imporre un coprifuoco e a limitare le riunioni di lavoro. Ed ulteriori limitazioni sono in arrivo se la situazione non migliora.

Come il Giappone ha gestito la pandemia
Come già successo nei primi mesi di pandemia, il Giappone sta nuovamente cercando di capire perché ha decessi e casi di Covid così bassi rispetto al resto del mondo. Giornali e media continuano a presentare ipotesi su alcuni “fattori X“, cioè delle caratteristiche del popolo o dell’ambiente giapponesi che hanno permesso questi numeri fuori scala.

Akiko Iwasaki, immunologa dell’Università di Yale, in un articolo afferma:

“Una delle ipotesi è che ci sia qualcosa di intrinsecamente diverso nelle cellule immunitarie che il popolo giapponese possiede. Sono in grado di combattere meglio l’infezione”

Nello stesso articolo si menziona anche un’altra teoria che suggerisce la possibile preesistenza di una versione meno grave di coronavirus in Giappone. Questa potrebbe aver dato alla popolazione nipponica la capacità di resistere meglio al virus SARS CoV-2.Un’altra teoria afferma che la famosa variante delta in Giappone potrebbe essere mutata in modo da non riuscire più a riprodursi e così si sia estinta. Sebbene questi ragionamenti possano sembrare intriganti e plausibili, Iwasaki puntualizza ancora che “attualmente sono solo teorie senza fondamento scientifico”.

L’altra motivazione che potrebbe giustificare i casi bassissimi di contagi dell’ultimo periodo in Giappone, è il fatto che il paese da un paio di mesi ha chiuso completamente le frontiere. Tutti gli stranieri non residenti non sono potuti più entrare proprio per prevenire la variante Omicron che invece sta facendo danni ovunque. Anche se all’inizio è sembrato troppo drastico chiudere tutto, a lungo andare invece è stata una saggia decisione.

Come il Giappone ha gestito la pandemia

Un altro motivo che si sente citare spesso è che il Giappone è un paese dove l’igiene è estrema ed osservata in ogni ambiente comune. Anche in tempi pre-Covid. Le persone poi non si avvicinano, non si toccano tra loro ed indossano (correttamente) le mascherine quando sono raffreddate da sempre. Praticamente la loro vita da quando c’è la pandemia non è cambiata granché, non vedono il distanziamento sociale e le protezioni come un’imposizione.

Negli ultimissimi giorni però il numero di casi è in aumento anche in Giappone, arrivando a quasi 500 al giorno. Questo è dovuto anche al fatto che sono appena stati resi gratuiti i tamponi antigenici e molecolari nella zona metropolitana di Tokyo. Era logico che così i dati sarebbero aumentati. Ma sono sempre numeri ridicoli se paragonati a quelli europei…

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Fonte: @npr.org


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