Cassieri addio: il Giappone sta guidando la corsa verso un futuro senza commessi
In Giappone già da qualche anno, c’è un boom di negozi al dettaglio senza cassieri. Spesso chiamati ‘negozi senza personale’, la loro diffusione è causata da diversi fattori. Uno dei più incisivi è la carenza di giovani lavoratori per le nascite zero del Paese negli ultimi decenni. I rivenditori cercano anche di ridurre i costi eliminando una delle spese, gli stipendi, a causa della crescente pressione fiscale nipponica.
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FamilyMart, una delle principali catene di minimarket h24 ‘combini’ giapponesi, ha annunciato l’intenzione di aprire 1.000 punti vendita senza cassieri entro la fine del 2024. I negozi utilizzeranno l’intelligenza artificiale, sensori e telecamere per tracciare gli acquisti dei clienti. Per far si che possano semplicemente prelevare i prodotti, passare la carta di credito ed uscire senza perdere troppo tempo. Un po’ come succede anche nei negozi Amazon Go negli Usa.
Ma da ora, non solo i combini adotteranno questa nuova politica. Ad esempio, l’azienda di cosmetici Orbis ha da poco aperto il suo primo negozio senza personale a Tokyo. Anche la libreria Hontasu ha recentemente lanciato un punto vendita senza cassieri in una stazione della metropolitana, sempre a Tokyo. Questa tendenza in Giappone è iniziata già prima della pandemia, ma ha subito poi un’accelerazione quando i rivenditori hanno cominciato ad implementare opzioni di pagamento contactless. Questa tecnologia viene incontro a tutti come soluzione alla contrazione della forza lavoro nipponica e all’aumento del costo del lavoro.

Si prevede che la popolazione giapponese in età lavorativa, scenderà a 45 milioni entro il 2070, rispetto agli attuali 75 milioni su 122 milioni di abitanti totali. Molti settori stanno lottando per trovare personale e l’automazione offre uno dei modi che il Giappone preferisce e preferirà per rimpiazzare gli umani negli esercizi al pubblico in modo efficiente, risparmiando anche sulle buste paga.
Ovviamente non tutti i settori lavorativi potranno usufruire dell’automazione. Per questo il Giappone sta già pensando di aprire sempre di più alcune professioni ai lavoratori immigrati. Quelle di cui attualmente e in futuro prevede di avere più bisogno sono quelle che prevedono manodopera manuale. Inoltre, dopo la pandemia, ha una grossa carenza di medici ed infermieri, dato che i giovani giapponesi ora hanno paura e non vogliono più fare questo lavoro. Altre categorie manchevoli di personale in Giappone, quella degli autisti di bus, camionisti e tassisti.
La risposta dei consumatori rispetto ai negozi senza personale è da sempre contrastante. Anche in un paese come il Giappone che solitamente è più propenso alla bassa interazione sociale e all’utilizzo di robotica e automazione. Alcuni apprezzano la possibilità di fare acquisti velocemente e senza interagire con nessuno. Mentre ad altri manca quel minimo contatto umano, soprattuto alle persone di una certa età. Considerando che in Giappone sono molte di più dei giovani.
Con il miglioramento delle tecnologie impiegate, i negozi senza cassieri sembrano destinati a diventare la normalità in futuro. I loro reali effetti negativi sull’occupazione restano da verificare negli anni a venire. Ovviamente, invece che di cassieri, a quel punto ci sarà bisogno di persone che questi sistemi automatizzati li sapranno costruire, far funzionare e riparare. La solita storia delle inutili carrozze trainate dai cavalli in un mondo provvisto di automobili. Il progresso fa inevitabilmente cambiare i tipi di lavori di cui la società ha bisogno…
Qui sotto un video dimostrativo girato dentro uno dei combini senza personale FamilyMart Unmanned a Tokyo:
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