10 destinazioni da veri buongustai in Giappone

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10 destinazioni da veri buongustai in Giappone

6. Okinawa

Come se le spiagge da cartolina di Okinawa e il clima tropicale non bastassero, questo gruppo di isole a sud del Giappone, sfoggia anche una cucina molto diversa da quella della terraferma. Ingredienti unici combinati con una vivace cultura locale si fondono in una serie di piatti memorabili. Meglio se innaffiati con il liquore locale Awamori, un forte distillato trasparente fatto con il riso.

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Specialità tipica della zona di Okinawa è l’Umibudo, detto anche ‘caviale di alghe’ o ‘uva di mare’. E’ una strana alga formata da piccole sfere verdi brillanti che si aggrappano a lunghi viticci come piccoli grappoli d’uva. Sono salate e stuzzicanti in bocca e vengono usate come guarnizioni oppure servite come condimento degli agrumi ponzu. La famosa longevità degli abitanti delle isole di Okinawa è spesso attribuita agli effetti benefici dell’ Umibudo.

Un frutto tipico di queste isole è il melone amaro Goya, una specie di cetriolo irregolare alimento base della cucina di Okinawa. Il piatto più noto che lo vede protagonista è il Goya champo, dove questo strano frutto viene aggiunto a delle uova strapazzate insieme a prosciutto e Katsuobushi.

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Ci sono poi le tipiche patate dolci di Okinawa che hanno un caratteristico bellissimo colore viola iridescente. Poiché sono naturalmente dolci, vengono utilizzate soprattutto per fare i dessert. Le possiamo trovare infatti prevalentemente come ripieno di crostate e cheesecakes.


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7. Takamatsu

Takamatsu è sia la capitale della prefettura di Kagawa che la capitale degli udon giapponesi. Questo grazie all’accesso della regione a materie prime di alta qualità come la farina di frumento. La varietà locale, i Sanuki udon, sono famosi per la loro consistenza elastica e compatta. Ci sono molte ricette che vedono l’udon protagonista da queste parte ma una delle più popolari è il Bukkake udon. Un piatto freddo in brodo dashi e salsa di soia condito con alga nori, wasabi, zenzero sottaceto, panko e un uovo alla coque.

La città di Takamatsu si affaccia sul mare interno di Seto, il che significa che è una città portuale con una vasta gamma di frutti di mare di prima qualità. In particolare sgombro coda gialla, orate e polpi. Le isole vicine hanno una lunga storia di coltivazione di olive che trovano posto in una serie di piatti locali: dai noodles ai somen al Sanuki-gyu pregiata carne di razza Wagyu allevata sotto gli ulivi. Allevano anche gli olive Yumebuta, maiali tenuti sotto gli ulivi e che quindi se ne cibano.

Per quanto riguarda i dolci ci sono i tipici Wasanbon, dei caramellosi dolcetti dai colori pastello che sono realizzati con la canna da zucchero locale. Vengono poi modellati con delle forme in base alle stagioni usando stampi di legno: fiori di ciliegio in primavera, pesci rossi in estate. La tradizione della fabbricazione dei wasanbon risale addirittura al periodo Edo (1603-1868).


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8. Kanazawa

Situata sulla costa occidentale dell’Honshu, l’isola principale del Giappone, Kanazawa nella prefettura di Ishikawa, ha dei frutti di mare dalle molte varietà tipiche. C’è il nodoguro (pesce persico dalla gola nera), i gamberi gasu-ebi e il granchio delle nevi. Sono preparati in molti modi diversi: grigliati su uno spiedino, crudi sotto forma di crocchetta o in stile domburi sopra una ciotola di riso. Possiamo trovare tutto al mercato coperto di Omicho o in uno dei tanti ristoranti in giro per la città.

Kanazawa era precedentemente nota come Kaga, un dominio feudale nel periodo Edo famoso per la cultura samurai e la caratteristica cucina Kaga. La sua storia rivive in piatti tradizionali dell’epoca come il jibuni (stufato di pollame), l’hasu-mushi (gnocchi di radice di loto in un brodo denso) e il kabura-zushi (rapa sottaceto e sgombro coda gialla) marinati nello shio koji, un condimento fermentato a base di riso.

Altra tipicità della zona è la produzione di foglia d’oro che iniziò alla fine del 500′ con la famiglia Maeda che governava il clan Kaga nell’epoca feudale. Camminando per le strade di Kanazawa, in particolare attraverso il suggestivo quartiere storico delle case da tè, Higashi Chayagai, si possono trovare molti articoli per la casa e oggetti d’artigianato impreziositi dalla foglia d’oro. Ma non è solo l’artigianato a brillare di dorature a Kanazawa: da queste parti è diventato ormai molto famoso il cono gelato ricoperto di foglia d’oro.


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9. Takayama

Una visita imperdibile per ogni appassionato di carne wagyu, la città di montagna di Takayama è famosa per la sua pregiata carne di manzo Hida. Hida è il nome della regione settentrionale della prefettura di Gifu. Per essere certificato manzo Hida, le mucche Wagyu devono essere allevate nella prefettura per almeno 14 mesi. Oltre a soddisfare altri requisiti stabiliti da un’associazione ufficiale. La carne Wagyu è ormai conosciuta universalmente per la sua estrema qualità: marmorizzazione intensa, sapore ricco di umami e morbidezza burrosa che si scioglie in bocca. Anche la famosa e costosa carne di Kobe è una varietà di manzo Wagyu.La carne di manzo Hida viene servita in molti modi diversi: cruda stile sushi, in una crocchetta fritta oppure infilzata e cotta sul carbone. Molte di queste varianti possono essere gustate al mercato mattutino di Miyagawa a prezzi molto più ragionevoli della Kobe. Il mercato è un luogo idilliaco per una passeggiata dalle 8:00 alle 12:00 tutti i giorni (orario in cui è aperto). E’ perfetto per esplorare altre specialità locali e trovare souvenir ma anche per respirare l’aria frizzante di questa regione montana giapponese.

Altri piatti classici di Takayama, influenzati dall’ambiente e dal clima, sono Hoba miso e goheimochi. Il primo è un piatto cucinato su foglie di magnolia. Novità a parte, il risultato è un ricco e aromatico mix di ingredienti: porri, funghi Shiitake e, ovviamente, manzo Hida. I goheimochi tostati, invece, sono spiedini di gallette di riso pestate, glassate con una miscela di miso, salsa di soia, noci e sesamo e poi grigliate sul carbone.


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10. Monte Koya

In una cornice pittoresca in cima al Monte Koya nella prefettura di Wakayama si trova un complesso di templi buddisti patrimonio Unesco risalenti all’816 d.C. nei quali è possibile soggiornare. I visitatori sono attratti da questo luogo sacro per la sua atmosfera zen, meditativa e per la sana cucina Shojin ryori, il cibo tradizionale dei monaci buddisti giapponesi.

Alcuni dei principi dello Shojin ryori includono l’assenza di prodotti animali. Devono essere pietanze con ingredienti stagionali in perfetto equilibrio nutrizionale come le radici di loto, il daikon, le melanzane, la zucca, le patate dolci, lo yuba (un tipo di tofu), il latte di soia, il natto (semi di soia fermentati) e tutti i tipi di alghe.

Questi e altri ingredienti vengono trasformati in piatti come la zuppa di latte di soia e carote, la tempura di verdure, il goma dofu, un tofu a base di semi di sesamo o di soia, la zuppa Kenchin, un brodo cremoso a base di miso con verdure e tofu sbriciolato, i fagiolini in salsa di sesamo, le melanzane brasate al miso e verdure di stagione condite con aceto di riso.

Quando si visita il ​​Monte Koya, o Koya-san come è noto localmente, i pasti Shojin ryori sono in genere inclusi se si pernotta in un tempio buddista. Altrimenti ci sono anche alcuni templi della zona che servono solo i pasti Shojin ryori anche senza pernottare, se preferiamo dormire in un normale hotel o Ryokan.

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